È stato un imprenditore di riferimento del clan dei Casalesi, attivo nel settore del calcestruzzo, da sempre core business del clan casertano, sin da quando al timone della...
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Oggi però i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno posto i sigilli a beni per 25 milioni di euro, di cui gli eredi dell'imprenditore sono entrati in possesso da meno di un anno. I militari hanno eseguito la misura di prevenzione reale emessa dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Sotto sequestro sono finiti: due cave di calcestruzzo, tre autorimesse, due locali adibiti a deposito industriale, 37 veicoli, 4 polizze vita, un locale commerciale attualmente adibito ad istituto di credito e tre uffici. Di Rauso fu arrestato nel 2011 per associazione di tipo mafioso nell'ambito dell'indagine della Dda di Napoli cosiddetta «Il Principe e la Scheda Ballerina», che portò all'arresto di oltre 40 persone per voto di scambio politico mafioso in relazione ad alcune tornate elettorali a Casal di Principe; tra gli arrestati anche Nicola Cosentino, coinvolto in relazione alla vicenda del Centro Commerciale «Il Principe», voluto dai Casalesi ma mai realizzato.
L'indagine è approdata, nell'aprile dello scorso anno, alla sentenza di primo grado; Di Rauso è stato condannato a nove anni, ed è deceduto qualche mese dopo; Cosentino, ex sottosegretario del Governo Berlusconi, è stato condannato invece a 5 anni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino