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Aveva venticinque anni e nessun motivo apparente per togliersi la vita. Né, sempre apparentemente, questioni irrisolte con chicchessia che possano far pensare che qualcuno lo abbia aggredito fino alla morte. Eppure è giallo sulla fine di Giuseppe Bove, il 25enne trovato senza vita col cranio fracassato sulle scale di casa ieri pomeriggio, al Parco Cooperativa Costanza di Caserta. Per i familiari che, dopo la tragedia, hanno risposto per ore alle domande dei carabinieri, il giovane non aveva ragione alcuna per suicidarsi. Dai loro racconti è emerso che non si sono resi conto che Giuseppe era privo di sensi sulle scale di casa prima che la vicina desse l'allarme. La donna ha chiamato i soccorsi, ma è stato, purtroppo, tutto inutile. Il giovane è arrivato cadavere in ospedale e la sua morte è avvolta nel giallo. Saranno gli accertamenti forensi a chiarire cosa è veramente accaduto ieri pomeriggio in via Giorgio La Pira, quartiere Puccianiello di Caserta. Come detto, la donna stava rientrando quando si è imbattuta nel corpo del ragazzo e ha chiamato il 118. I medici non hanno però potuto far nulla per salvarlo e, date le strane circostanze, hanno chiamato i carabinieri. Sul posto sono quindi intervenuti i militari della compagnia di Caserta, diretti dal capitano Pietro Tribuzio. Il magistrato di turno alla Procura di Santa Maria Capua Vetere ha ordinato l'autopsia sul corpo della vittima. Il responso degli esami, in assenza di altre evidenze, è fondamentale per chiarire come è morto Giuseppe. Al momento nessuna pista è esclusa.
La posizione in cui si trovava il corpo quando sono arrivati i soccorritori non basta a chiarire la dinamica dei fatti. Era a una certa distanza dalle scale, compatibilmente con una caduta dal terzo piano del palazzo.
I militari stanno lavorando per comprendere la personalità della vittima. Il giovane pare avesse delle difficoltà a trovare lavoro e la famiglia stava attraversando un momento difficile per un problema di salute di uno dei membri. Si indaga in tutte le direzioni, in attesa degli accertamenti medico-forensi, per restringere il campo delle ipotesi. La zona, purtroppo, non è videosorvegliata.
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