Casertana a Tilia, arriva la fumata bianca

il presidente Tilia
CASERTA - Dopo rinvii, polemiche e incomprensioni, finalmente è arrivata la fumata bianca. La Casertana cambia proprietà per effetto del passaggio di quote,...

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CASERTA - Dopo rinvii, polemiche e incomprensioni, finalmente è arrivata la fumata bianca. La Casertana cambia proprietà per effetto del passaggio di quote, avvenuto nella mattinata di ieri in uno studio notarile di Scafati, tra Giovanni Lombardi e Luca Tilia, l’avvocato romano che diventa socio di maggioranza con il 91% delle quote, mentre la restante è suddivisa con i vecchi soci Giovanni Pascarella, Carlo Loffredo e Pasquale Corvino, anche se quest’ultimo sembrerebbe ancora intenzionato a defilarsi.

Nel pomeriggio, poi, il club ha organizzato una conferenza stampa nel ventre del «Pinto» in cui sono stati illustrati i dettagli dell’operazione. «Sono stati dieci giorni davvero difficili e intensi - dice Tilia al tavolo della conferenza accompagnato da Pascarella, Loffredo, il neo direttore generale Petrosino e il club manager Salomone - ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Va detto, però, che la Casertana è stata davvero vicina dallo scomparire. Alla fine, però, ha prevalso il buon senso. Abbiamo ceduto su tutto».
Una trattativa complicata che, magari, si sarebbe potuta chiudere in un tempo minore. «Rispetto a quella che ci era stata prospettata - spiega Tilia - ci siamo trovati di fronte a una situazione diversa della quale, probabilmente, lo stesso Lombardi non ne aveva piena cognizione, visti anche i suoi tantissimi impegni di ordine lavorativo. Per questo motivo non penso che in lui ci sia stata malafede al momento dell’accordo primordiale. Adesso, però, concentriamoci sul lato prettamente sportivo». 
Su quest’aspetto lo stesso Tilia conferma i concetti già espressi nei giorni scorsi. «Abbiamo ereditato una situazione difficile - prosegue Tilia - dove si sono diversi giocatori con ingaggi elevati che questa società non può sostenere. Per questo motivo smantelleremo la rosa, ma ciò non vuol dire che saremo meno competitivi».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino