Castel Volturno, l'exploit dei cinquestelle nella città che vive di reddito di cittadinanza

Castel Volturno, l'exploit dei cinquestelle nella città che vive di reddito di cittadinanza
«È stato un voto di necessità». Così lo chiama Giuseppe, un cittadino del litorale domizio, il trionfo del Movimento Cinque Stelle a Castel...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«È stato un voto di necessità». Così lo chiama Giuseppe, un cittadino del litorale domizio, il trionfo del Movimento Cinque Stelle a Castel Volturno. Lui è un ex simpatizzante della vecchia Dc e dal suo punto di vista riesce a comprendere il perché di questo sfondamento del partito di Grillo nella città del mare, dove (su 19mila elettori) solo un cittadino su tre è andato a votare: «Qui vivono i poveri e i migranti senza lavoro - dice - se unisci queste due povertà il mix è esplosivo. Quasi tutti intascano il reddito di cittadinanza. Alcune coppie hanno anche simulato la separazione per prendere due volte il reddito: uno per l'ex moglie e l'altro per l'ex marito».


Per descrivere il successo dei Cinque Stelle a Castel Volturno bastano due numeri: il primo è 2.768 ed equivale al 42,4 % del voto dato al partito di Giuseppe Conte. Il secondo numero è 6.800 e rappresenta coloro che si sono presentati alle urne su 19mila 819 elettori; la percentuale è la più bassa in Campania: il 36,13 per cento. «Colpa del ponte chiuso», dice un anziano che è rimasto a casa. Si riferisce a un cavalcavia off limits che spacca in due la città, un ponte con lavori in corso dai tempi indefiniti. Per arrivare al seggio, infatti, bisognava fare dieci chilometri. Ma l'anziano spiega che, in ogni caso, non avrebbe scelto il centrosinistra. Il Pd qui è visto come uno spettatore della vita del popolo, degli indigenti, non considerando che i poveri sono l'«elemento» del partito di Giuseppe Conte. Lo sa bene Giuseppe Scialla, consigliere comunale dei Dem: «Il Pd è apparso in provincia una settimana fa con Enrico Letta invitando i cittadini a un aperitivo nella centralissima via Mazzini a Caserta, in un locale chic della città della Reggia. Il partito dalle nostre parti non si è visto, tranne qualche apparizione di esponenti regionali in spiaggia per una fugace visita. Ma non si può restare ancorati a due scogli sul mare mentre il popolo chiede il piatto a tavola», tuona Scialla. I dati parlano e diventano segni di un destino segnato: su un totale di oltre 53mila percettori di reddito di cittadinanza nel Casertano, quelli che risultano residenti a Castel Volturno sono più di 2mila, secondo l’amministrazione comunale.


E così, il voto di necessità si è fatto strada: il candidato Giuseppe Buonpane (M5S) ha sorpassato Gimmi Cangiano di Fratelli d'Italia (eletto). Fdi rappresenta anche il sindaco della città del litorale, Luigi Petrella, che dice: «Giorgia Meloni è venuta a Castelvolturno cinque volte, ho chiesto una legge speciale per il mio paese». Anche i balneari, da queste parti, hanno votato la Meloni che «promise che avrebbe ridimensionato la Direttiva Bolkestein sui lidi». Ma come mai le persone non si sono recate alle urne? «Sono andati ai seggi solo coloro che avevano paura di perdere il reddito», continua Scialla. Ha vinto la disperazione: Castel Volturno è la seconda città in Campania che vive con il sussidio, è abbandonata a se stessa e vede l'emergenza idrogeologica come una tagliola. Qui l'Europa ha speso 24 milioni per rendere il mare migliore con il piano Bandiera blu che prevede la costruzione di nuove fogne: «Ma il collettore è sprofondato e le fogne non si possono allacciare», conclude Scialla. Ventiquattro milioni di euro gettati.
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino