Cinghiali oltre il confine: l'invasione in provincia di Caserta non si ferma

Cinghiali oltre il confine: l'invasione in provincia di Caserta non si ferma
Cervino, San Felice a Cancello, Valle Agricola e Falciano del Massico. E poi tutto l'alto Casertano e il Matesino, con in testa Pietramelara, Pietravairano e Roccamonfina, a...

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Cervino, San Felice a Cancello, Valle Agricola e Falciano del Massico. E poi tutto l'alto Casertano e il Matesino, con in testa Pietramelara, Pietravairano e Roccamonfina, a seguire Alife, Piedimonte Matese, Prata Sannita, Caiazzo, Giano Vetusto e Sessa Aurunca. E' questo il tour casertano degli avvistamenti di cinghiali negli ultimi due anni. Neppure il capoluogo, con più di un caso registrato nella frazione Vaccheria, è esente dal complesso fenomeno.



Secondo la Coldiretti il numero di esemplari sarebbe aumentato addirittura di un 15% nei mesi delle misure più rigide contro la pandemia di Covid-19 e in tutta Italia i cinghiali sarebbero ormai 2 milioni e 300 mila. Un numero mostre. Il Casertano, che insieme al Sannio e al Salernitano detiene il primato campano di habitat naturale dei suini selvatici, ha registrato un'impennata dei casi proprio a partire dal 2020: a luglio un branco di cinghiali ha distrutto campi di nocciole e di tuberi a Pietramelara.

Nelle stesse settimane sono arrivate segnalazioni anche da Pietravairano, dove intere coltivazioni di granturco vennero distrutte. E dire che gli agricoltori casertani sono loro malgrado abituati alle incursioni da anni, ma la frequenza dei «raid» ha determinato una situazione insostenibile, che rischia di mandare in tilt il sistema. C'è poi il boom di incidenti stradali: per evitare un branco di cinghiali due ragazze hanno perso il controllo dell'auto ribaltandosi, tra Pietramelara e Vairano. Sulla Casilina, invece, nei pressi di Taverna Zarone un'auto ha centrato in pieno un cinghiale sulla carreggiata. Solo pochi giorni fa a Pietravairano una famiglia a bordo di un'auto si è vista tagliare la strada da un cinghiale. L'impatto è stato inevitabile e solo per un caso non si sono registrati feriti.

Una settimana fa, invece, la tragedia: il 17enne di Baia e Latina Francesco D'Onofrio è morto a seguito di un incidente stradale causato proprio dall'incursione dell'animale sulla strada di Pietramelara. Un'altra croce, che si aggiunge alle tante, troppe, degli ultimi anni. Nel 2020 in Italia si è infatti verificato un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti a causa dell'invasione di cinghiali. Gli avvistamenti sono invece quasi all'ordine del giorno: ad aprile a Caserta i residenti di Vaccheria si sono imbattuti in un branco di cinghiali intenti a divorare i rifiuti.



In un'analisi più complessa nel lungo periodo, anche l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale segnala un forte aumento del numero di cinghiali, con un raddoppio del numero in 10 anni. Secondo l'ISPRA si è passati dai 500mila del 2010 a un milione nel 2020. In alcune regioni, come l'Umbria, l'aumento in pochi decenni è stato esponenziale. Ma anche la Campania e Terra di Lavoro sono contesti favorevoli alla proliferazione. Chi ha provato ad agire in autonomia per contrastare l'emergenza è il sindaco di Roccamonfina Carlo Montefusco, che ha presentato alla Regione un piano di controllo sui cinghiali per l'intero parco regionale «Roccamonfina-Foce del Garigliano».

Sabato, invece, le istituzioni locali e sanitarie si confronteranno a Piedimonte Matese per fissare le attività di contrasto - con un focus alle zone rosse di Pietramelara, Pietravairano e San Felice a Cancello. Per il dottor Alfonso Giannoni, coordinatore dei Servizi Veterinari dell'Asl di Caserta «un'ulteriore crescita di cinghiali nel breve-medio termine non può essere sostenuta dal contesto ecologico della provincia di Caserta». Dietro l'angolo c'è poi anche un altro rischio: quello dello sconfinamento nel Napoletano, finora quasi esente dal fenomeno. Rari avvistamenti sono stati fatti a Saviano, Pozzuoli, Palma Campania e Roccarainola ma il canale con il vicino Casertano rischia di portare nuovi branchi di cinghiali anche alle porte di Napoli.
 

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Il Mattino