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Peculato, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento e sostituzione di persona. Sono i reati per i quali dovrà rispondere davanti al gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Giustina Giordano, di Caserta, l'ex direttrice dell'ufficio postale di San Tammaro, sospesa dall'azienda subito dopo l'indagine. La donna, secondo il sostituto Daniela Pannone della locale Procura della Repubblica - che ha chiesto il rinvio a giudizio per l'udienza del 12 gennaio 2024 davanti al giudice dell'udienza preliminare Daniela Vecchiarelli - si sarebbe appropriata di oltre 750mila euro dai conti correnti di una quindicina di parti offese, tra cui una vedova, cercando di far perdere le tracce di circa 600mila euro dell'ammanco totale.
Sono sette i capi di imputazione che sono ipotizzati a carico della ex direttrice di cui uno che coinvolge anche l'ex marito Pasquale Piccolo che dovrà comparire con la donna davanti al gup a gennaio del prossimo anno. La Giordano è agli arresti domiciliari dallo scorso luglio. Secondo la Procura guidata dal magistrato Pierpaolo Bruni, utilizzando varie azioni nel corso del tempo, avrebbe trasferito denaro su conti personali, acquistato beni di valore e ripagato debiti.
Avrebbe utilizzato i dati personali di altre persone, per attivare carte di pagamento senza il loro consenso agendo con l'intenzione di nascondere il profitto dei suoi reati ed abusando dei suoi poteri pubblici.
Rimborso però ad oggi ancora non avvenuto. La ex funzionaria, che è stata destinataria di un sequestro preventivo del valore di 600mila euro su beni propri (si parla anche di quadri di valore oltre che di beni di lusso o immobili), finì indagata sulla base di un'articolata denuncia presentata dal fratello di una correntista - una vedova di 77 anni - che ha fatto scoperchiare un meccanismo diabolico messo in atto dalla funzionaria delle Poste.
Le appropriazioni con bonifici da decine di migliaia di euro - sfidando perfino l'antiriciclaggio - sarebbero iniziate, a quanto pare, nel periodo in cui la donna si recò nell'ufficio postale per il cambio di conto corrente dopo la morte del marito avvenuta tre anni fa. Un conto, quello del correntista defunto, che invece sarebbe stato fintamente chiuso senza disabilitare il bancomat con il quale la Giordano avrebbe fatto spese varie, finanche minime, come un panino in una nota catena di fast food. Nel processo sono impegnati per la difesa gli avvocati Carmela Di Napoli, Fernando Pellino e Dezio Ferraro mentre per la parte civile, in particolare per i familiari della vedova, è impegnato l'avvocato Giuseppe Cipullo. Ci sarebbe però un altro filone di indagine che vede altre parti offese assistite dall'avvocatessa Natalina Mastellone.
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Il Mattino