San Tammaro: conti «ripuliti» alle Poste dalla ex direttrice, spuntano nuove accuse

Richiesta di rinvio a giudizio, una quindicina i truffati

Inchiesta su ex direttrice delle Poste
Inchiesta su ex direttrice delle Poste
di Biagio Salvati
Mercoledì 20 Dicembre 2023, 08:20
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Peculato, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento e sostituzione di persona. Sono i reati per i quali dovrà rispondere davanti al gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Giustina Giordano, di Caserta, l'ex direttrice dell'ufficio postale di San Tammaro, sospesa dall'azienda subito dopo l'indagine. La donna, secondo il sostituto Daniela Pannone della locale Procura della Repubblica - che ha chiesto il rinvio a giudizio per l'udienza del 12 gennaio 2024 davanti al giudice dell'udienza preliminare Daniela Vecchiarelli - si sarebbe appropriata di oltre 750mila euro dai conti correnti di una quindicina di parti offese, tra cui una vedova, cercando di far perdere le tracce di circa 600mila euro dell'ammanco totale.

Sono sette i capi di imputazione che sono ipotizzati a carico della ex direttrice di cui uno che coinvolge anche l'ex marito Pasquale Piccolo che dovrà comparire con la donna davanti al gup a gennaio del prossimo anno.

La Giordano è agli arresti domiciliari dallo scorso luglio. Secondo la Procura guidata dal magistrato Pierpaolo Bruni, utilizzando varie azioni nel corso del tempo, avrebbe trasferito denaro su conti personali, acquistato beni di valore e ripagato debiti.

Avrebbe utilizzato i dati personali di altre persone, per attivare carte di pagamento senza il loro consenso agendo con l'intenzione di nascondere il profitto dei suoi reati ed abusando dei suoi poteri pubblici. Gli episodi vanno da un arco temporale dell'ottobre 2020 al giugno 2023. In qualità di dipendente dell'Ufficio postale di San Tammaro, aveva accesso alle somme di denaro depositate dai clienti per l'emissione di buoni fruttiferi, buoni postali e conti correnti. Utilizzando una serie di azioni, tra cui falsificazione di firme e attivazione di carte Poste Pay Evolution, avrebbe trasferito denaro su conti personali, simulando transazioni commerciali inesistenti con varie causali: dal "regalo", al "versamento di una prima rata per acquisto di immobile". Ovviamente tutte causali inventate. Tra le parti offese c'è anche Poste Italiane che a mezzo di un comunicato, la scorsa estate, fece sapere «di avere avviato le verifiche per assicurarsi che ci siano tutte le condizioni affinché i clienti vittime dell'attività illegale possano essere rimborsati il prima possibile».

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Rimborso però ad oggi ancora non avvenuto. La ex funzionaria, che è stata destinataria di un sequestro preventivo del valore di 600mila euro su beni propri (si parla anche di quadri di valore oltre che di beni di lusso o immobili), finì indagata sulla base di un'articolata denuncia presentata dal fratello di una correntista - una vedova di 77 anni - che ha fatto scoperchiare un meccanismo diabolico messo in atto dalla funzionaria delle Poste.

Le appropriazioni con bonifici da decine di migliaia di euro - sfidando perfino l'antiriciclaggio - sarebbero iniziate, a quanto pare, nel periodo in cui la donna si recò nell'ufficio postale per il cambio di conto corrente dopo la morte del marito avvenuta tre anni fa. Un conto, quello del correntista defunto, che invece sarebbe stato fintamente chiuso senza disabilitare il bancomat con il quale la Giordano avrebbe fatto spese varie, finanche minime, come un panino in una nota catena di fast food. Nel processo sono impegnati per la difesa gli avvocati Carmela Di Napoli, Fernando Pellino e Dezio Ferraro mentre per la parte civile, in particolare per i familiari della vedova, è impegnato l'avvocato Giuseppe Cipullo. Ci sarebbe però un altro filone di indagine che vede altre parti offese assistite dall'avvocatessa Natalina Mastellone.

 

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