Coronavirus a Caserta, sulla Domiziana 20mila disperati chiedono alimenti

Coronavirus a Caserta, sulla Domiziana 20mila disperati chiedono alimenti
Trecento chiamate al numero di telefono istituito dagli affari sociali del municipio per gli indigenti della Domiziana in appena ventiquattro ore. A Castel Volturno, come in gran...

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Trecento chiamate al numero di telefono istituito dagli affari sociali del municipio per gli indigenti della Domiziana in appena ventiquattro ore. A Castel Volturno, come in gran parte d'Italia, c'è paura per lo scoppio della crisi sanitaria, intanto è già drammaticamente deflagrata quella sociale. Il servizio che consente la distribuzione dei viveri e assistenza domiciliare per chi ne ha bisogno è stato pubblicizzato attraverso i canali social del Comune due giorni fa, e il telefono collegato è già letteralmente preso d'assalto da un esercito di gente che è allo stremo delle energie e di risorse.


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E non si tratta solo d'immigrati, anzi. I responsabili della protezione civile, che in questo progetto sono il braccio operativo dell'ufficio affari sociali, sottolineano che in prevalenza sono cittadini italiani a richiedere il l'intervento. Ma le risorse a disposizione della macchina degli aiuti locali non basta per tutti, non può reggere ai numeri della Domiziana. Sono tre le vetture in giro per la distribuzione dei viveri. A bordo ragazzi e uomini di Castel Volturno che in modo volontario, sfidando il rischio contagio, anziché restare in autoisolamento entrano nei quartieri dell'area, soprattutto di quelli più degradati, e qui raggiungono i casi più disperati. Fra questi, portano i viveri a una famiglia composta da mamma e otto figli, che vive in un appartamento con le mura annerite dalla muffa e senza energia elettrica.
LA STORIA
Il papà è in carcere e la famiglia finora è andata avanti con l'aiuto dei vicini di casa; ma con il proseguire della quarantena a Castel Volturno calano le risorse per tutti.
i volontari
Prima di completare il giro di ieri, i volontari della protezione civile sono avvisati dal comando vigili urbani di recarsi in una villa ufficialmente abbandonata, per rispondere la segnalazione da parte di alcuni residenti del viale di un uomo che ha bisogno d'aiuto.
L'IMMIGRATO
Rannicchiato in delle coperte adagiate a terra qui i volontari trovano un immigrato d'origine ucraina che a malapena pesa quaranta chili, che chissà da quanti giorni non riesce a procurarsi del cibo. «E questi non sono casi limite», spiega desolato Pasquale Marrandino, presidente del consiglio comunale locale, che prima della pandemia si era occupato quasi esclusivamente di tenere unita la fragile alleanza del centrodestra che sostiene l'amministrazione. In questo periodo le battaglie politiche sono messe da parte e il tempo del presidente del consiglio è speso interamente per gestire le emergenze che si sovrappongono sulla Domiziana.
GLI ALIMENTI

In questa prima fase, le derrate alimentari sono state garantite dal banco alimentari campano e dalla camera di commercio di Caserta, che hanno risposto positivamente alle richieste d'aiuto della costa casertana. Le istituzioni competenti, invece, nonostante le sollecitazioni, ancora risultano assenti. A intervenire, invece, sono i commercianti e le farmacie locali. L'ufficio affari sociali ha attivato la spesa solidale, dove i clienti delle singole attività possono lasciare parte di quanto comprato nei negozi o nelle farmacie a disposizione dei più bisognosi. Sempre la protezione civile una volta al giorno fa il giro delle attività che hanno aderito e ritira il materiale che numericamente è sempre piuttosto generoso. Tuttavia, è sempre poco rispetto alle reali esigenze dell'area. E bisogna fare presto perché in questa striscia d'Italia le emergenze globali si sommano a quelle ormai endemiche. Le ferite domiziane si sostengono sulle miserie di un'area abbandonata da chi istituzionalmente sarebbe dovuto intervenire e che anche in periodo di pandemia non mostra particolare interesse.
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Il Mattino