Covid-19 nel carcere di Santa Maria: contagiato un agente della penitenziaria

Covid-19 nel carcere di Santa Maria: contagiato un agente della penitenziaria
È un agente della polizia penitenziaria, originario dell'alto Casertano il nuovo contagiato registrato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Sale quindi a 6 il...

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È un agente della polizia penitenziaria, originario dell'alto Casertano il nuovo contagiato registrato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Sale quindi a 6 il numero dei contagiati: prima dell'agente, risultato positivo al Covid19, erano risultati positivi tre detenuti e un medico esterno alla struttura. Da quel momento, l'Asl aveva iniziato una serie di tamponi a tappeto per limitare il contagio. Dagli ultimi tamponi effettuati, è risultato positivo l'agente, originario di Alife.


A darne la notizia, i Radicali per il Mezzogiorno Europeo che, peraltro, sono già attivi con la campagna «2000 mascherine per Poggioreale». Ora si sono mobilitati anche per il carcere di Santa Maria Capua Vetere. Chiedono l'intervento della magistratura per i presunti pestaggi che sarebbero avvenuti nei giorni scorsi nel reparto Nilo del carcere a opera, secondo il racconto dei detenuti, di alcuni agenti.
 
L'avvocato Raffaele Minieri, membro della Direzione Nazionale di Radicali Italiani e segretario dell'associazione Radicali per il Mezzogiorno Europeo, ha depositato una denuncia presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere per chiedere accertamenti immediati. «Bisogna accertare subito quali sono le condizioni fisiche dei detenuti - scrive il legale - perché con il passare del tempo i segni di eventuali violenze scompariranno. Si susseguono notizie di stampa e audio sconvolgenti. È indispensabile che si verifichi cosa è successo sia per l'intollerabilità delle violenze gratuite, sia per tutelare il lavoro della Polizia Penitenziaria e di tutte le istituzioni». Una richiesta di accertamento che, nei giorni scorsi, aveva avanzato alla casa circondariale la Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dall'avvocato Francesco Petrillo.
 
Cosa è davvero accaduto nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere dopo l'ultima sommossa dei giorni scorsi? Quale è stata la reale dinamica delle aggressioni subìte dai poliziotti penitenziari da parte di alcuni detenuti del reparto «Nilo»? E rispondono a verità i pestaggi degli agenti contro qualche detenuto, così come raccontano i familiari? Sono queste, infatti, le risposte che si attendono dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere aperta dopo l'ultima rivolta scoppiata nel penitenziario sammaritano, a seguito della notizia di un contagiato (il numero però è salito a 6) in un reparto diverso, quello dell'Alta Sicurezza.


Si attende chiarezza, dunque, sulle delicata vicenda che due giorni fa ha visto anche una riunione tra i vertici del carcere sammaritano, il Provveditore del Dap della Campania, Antonio Fullone; il Garante regionale dei detenuti professor Samuele Ciambriello ed una delegazione della Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere. Un documento a firma del presidente Petrillo, intanto, era già stato inoltrato lo scorso 9 aprile dall'organismo forense allo stesso Provveditore Fullone. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino