Coronavirus, tra gli operai Jabil paura dei contagi e dei licenziamenti

Coronavirus, tra gli operai Jabil paura dei contagi e dei licenziamenti
Tra paura per l'emergenza Coronavirus e incertezza sul futuro occupazionale, si continua a lavorare allo stabilimento Jabil di Marcianise. I dipendenti, impegnati da mesi in...

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Tra paura per l'emergenza Coronavirus e incertezza sul futuro occupazionale, si continua a lavorare allo stabilimento Jabil di Marcianise. I dipendenti, impegnati da mesi in una dura vertenza con l'azienda che ha deciso di licenziarne la metà, dopo i nove giorni di sciopero conclusi il 10 marzo scorso, sono tornati regolarmente a lavoro, ma in un clima teso, pieno di ansie dovute all'emergenza sanitaria; tanti i disagi per i lavoratori che devono recarsi in azienda, visti le prescrizioni governative sugli spostamenti. In molti preferiscono restare a casa, gestendo ferie e permessi, in attesa di una risoluzione definitiva del Governo.


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Alla paura per il contagio, si aggiunge quella per un futuro ancora carico di ombre; due giorni fa, la Jabil ha sospeso la procedura di messa in esubero per i 272 lavoratori rimasti sui 350 annunciati inizialmente (78 sono fuoriusciti volontariamente con un incentivo); procedura che sarebbe dovuta partire, con l'invio delle lettere di licenziamento, il 23 marzo prossimo, data in cui scade la cassa integrazione straordinaria che i lavoratori Jabil praticano ormai da anni. A fronte della sospensione dell'iter di licenziamento, la Jabil si era poi impegnata a chiedere un'ulteriore proroga della cassa integrazione, cosa però non ancora avvenuta formalmente. Preoccupati i lavoratori.


«Oggi più di prima - dice Mauro Musella, dipendente nonchè delegato Uilm - risulta incomprensibile l'irremovibilità del management, che rifiuta l'adozione degli ammortizzatori indispensabili per completare il piano industriale e gestire la crisi sanitaria». I lavoratori hanno anche scritto a Mark Mondello, Ceo di Jabil negli Usa. «Non è più tollerabile l'atteggiamento inamovibile del management locale in un territorio che sfiora il 40% di disoccupazione. Abbiamo imperativo bisogno dell'ammortizzatore sociale (da 3 mesi in su) per completare il percorso di ricollocazione, già condiviso con il Mise. Confidiamo in un vostro concreto interessamento che riporti Jabil Italia ad essere protagonista del panorama internazionale».
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Il Mattino