Scarcerazione Zagaria, il magistrato: «Il diritto alla salute va garantito anche al 41bis

Scarcerazione Zagaria, il magistrato: «Il diritto alla salute va garantito anche al 41bis
«La preminenza dei diritti alla salute e a non subire trattamenti inumani sull'esecuzione della pretesa punitiva, nei casi in cui quest'ultima sia in conflitto con...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«La preminenza dei diritti alla salute e a non subire trattamenti inumani sull'esecuzione della pretesa punitiva, nei casi in cui quest'ultima sia in conflitto con tali diritti, non è ovviamente derogabile neppure nei casi di assoggettamento del detenuto al regime del 41 bis». Ecco quanto scrive il magistrato del Tribunale di sorveglianza di Sassari nelle 8 pagine del provvedimento che certifica la scarcerazione del boss campano Pasquale Zagaria. Il camorrista ha un quadro clinico che secondo i giudici non era compatibile con il carcere, da qui la decisione del differimento della pena. Zagaria era uno dei 376 tra boss e altri detenuti che sono stati scarcerati per l'emergenza coronavirus.


LEGGI ANCHE Zagaria libero per il no di un medico: verifiche su contatti carcere-ospedale

«All'esito di un confronto tra storia clinica del paziente e testo normativo così interpretato, pertanto, questo Tribunale reputa che nel caso di specie siano integrati i presupposti dell'articolo 147 e che Pasquale Zagaria debba avere accesso al differimento della pena per grave infermità fisica». La patologia del boss della camorra per i giudici «è tale da esigere cure inattuabili nel circuito penitenziario» a «causa dell'emergenza pandemica legata a Sars Covid 9».udice sottolinea, quindi, che «in Sardegna non vi è possibilità di svolgimento della terapia in ambiente carcerario». «Lasciare il detenuto in tali condizioni - scrive il giudice - equivarrebbe ad esporlo al rischio di progressione di una malattia potenzialmente letale in totale spregio del diritto alla salute e del diritto a non subire un trattamento contrario al senso di umanità».
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino