Il Tribunale di Napoli Nord ha assolto con la formula «perché il fatto non sussiste» l'ex vertice della Cpl Concordia Roberto Casari e due dipendenti...
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Stando a quanto emerge dal dispositivo, la Cpl Concordia non ha stretto rapporti con la camorra, o comunque la Procura di Napoli non è riuscita a dimostrare la concretezza della propria tesi. Diverso invece il destino degli altri due imputati. I due imprenditori Piccolo e Schiavone sono stati condannati a dieci e sei anni per legami con i Casalesi.
Per uno di loro il collegio presieduto da Francesco Chiaromonte ha modificato il capo. Schiavone era imputato per associazione per delinquere di stampo mafioso, ma è stato condannato per concorso esterno. E' difeso dagli avvocati Paolo Trofino e Giuseppe Stellato, il tribunale ha disposto anche il dissequestro dei suoi beni. La difesa ha già inoltrato istanza per ottenere la scarcerazione.
Soddisfazione è stata espressa dall'ex direttore generale della Cpl Concordia, Cinquanta, difeso dai penalisti Arturo e Enrico Frojo. È l'avvocato Arturo Frojo (candidato al consiglio dell'ordine e vicepresidente uscente) a dichiarare: «Va ricordata l'ingiusta detenzione sofferta dal mio assistito, che ha trascorso un mese in cella e quattro ai domiciliari, di fronte a una soluzione investigativa che oggi si rivela quanto meno precipitosa».
«Siamo soddisfatti della sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste. Il Tribunale ha riconosciuto che nessun accordo la Cpl Concordia ha fatto con i camorristi, nè che alcun ruolo nell'esecuzione di questo fantasioso accordo ha avuto l'ingegnere Lancia, responsabile di quei lavori eseguiti nel Bacino Campania 30. La sentenza scrive una pagina di evidente verità, restituendo agli imputati assolti piena onorabilità e riconoscendo loro il merito di aver portato un po' di benessere in un territorio molto difficile del Paese, con la realizzazione del metanodotto», osserva l'avvocato Bruno La Rosa, difensore di Giulio Lancia. «In questi anni l'ingegnere Lancia, pur passando in questa vicenda da testimone ad imputato, non ha mai mancato di confidare nei magistrati che lo giudicavano», ha concluso.
«Torno dalla mia famiglia e dai miei concittadini di Concordia, soddisfatto che la giustizia abbia emesso questa sentenza che solleva me, la cooperativa e i soci da un'accusa così infamante».
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Il Mattino