Riparava veicoli e li demoliva accatastando poi il materiale di risulta in un capannone e nel terreno attiguo, dove lentamente il cumulo è cresciuto fino ad occupare...
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I finanzieri della Compagnia di Capua hanno trovato motori e pezzi di carrozzeria, oli esausti, rottami ferrosi, batterie a piombo, filtri d'aria, pneumatici in disuso, imballaggi pericolosi e 37 carcasse di auto in stato di abbandono, utilizzate per prelevare i pezzi di ricambio. Il personale dell'Arpac ha poi accertato che le acque reflue piene di sostanze inquinanti venivano scaricate direttamente nella rete fognaria. Numerose le officine ispezionate negli ultimi mesi: in quasi tutti i sopralluoghi è emersa una gestione incontrollata dei rifiuti da lavorazione, con l'intento da parte dei titolari delle officine di abbattere i costi d'esercizio; dalle verifiche svolte, è anche stato riscontrato che proprio la gestione non regolare dei rifiuti di lavorazione rientra tra quelle attività che generano sul territorio i maggiori danni ambientali. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino