«C’è una detenuta con un orecchio che sanguina da mesi perché da oltre un anno è in lista per una visita medica che non si concretizza....
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«Sulla salute non si scherza - dice - eppure, le detenute malate che necessitano di visite mi hanno spiegato che hanno avvertito anche la magistratura di Sorveglianza. Com’è possibile lasciar sanguinare per giorni, mesi, una donna?». E «Santa Maria come Guantanamo» è stato, infatti, il parallelismo utilizzato dal Movimento 5 Stelle per esporre i disagi che riguardano la casa circondariale «Francesco Uccella». Tra i continui rinvii dei lavori per la realizzazione della rete idrica e i miasmi provenienti dallo Stir i prossimi mesi si preannunciano un inferno per gli oltre mille detenuti. Perché oltre ai ritardi per le visite mediche c’è anche fronte dell’acqua. «Per l’ennesima estate il cronoprogramma dei lavori della rete idrica per il carcere di Santa Maria è stato disatteso – è stato l’affondo dei consiglieri comunali pentastellati Angelo Alfano e Silvia Cauli, insieme con gli attivisti – ancora una volta sarà un’estate senza acqua per la popolazione carceraria e gli operatori penitenziari».
I disagi della casa circondariale di Santa Maria si ripresentano, puntuali, ogni anno nei mesi estivi: la struttura dal 1996 attende di essere allacciata alla rete idrica cittadina. Per far fronte all’emergenza idrica, l’istituto usufruisce di un impianto di potabilizzazione che attinge da 2 pozzi di emungimento.
Una situazione tampone e inadeguata. L’inizio dei lavori è slittato più volte, con un rimbalzo di responsabilità da parte degli Enti, ma la carenza idrica non è l’unica emergenza al carcere. Infatti con l’aumento delle temperature si devono fare i conti con i forti odori provenienti dal vicino impianto Stir che rendono l’aria irrespirabile. Per la realizzazione della rete idrica, a febbraio, la Giunta comunale guidata dal sindaco Antonio Mirra aveva annunciato l’approvazione del progetto definitivo. Poi, il nulla. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino