«Dipendente con la terza media pagato 5mila euro al mese»

«Dipendente con la terza media pagato con 5mila euro al mese»
S. Maria Capua Vetere. «Credo che il suo grado d’istruzione non superi la terza media, non sapeva nemmeno scrivere perché si portava dietro un ragazzo, Raffaele...

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S. Maria Capua Vetere. «Credo che il suo grado d’istruzione non superi la terza media, non sapeva nemmeno scrivere perché si portava dietro un ragazzo, Raffaele Guerriero, che scriveva per lui. In ogni caso era il nostro capocantiere e guadagnava cinquemilacinquecento euro al mese, a volte anche di più». Così, Alessandro Di Nardi, padre di Alberto, patron dell’impresa Dhi che si occupava e si occupa di rifiuti nella città di Santa Maria Capua Vetere, grazie all'aggiudicazione di un appalto pubblico. Ieri, in tribunale, Alessandro Di Nardi ha descritto Tommaso Del Gaudio «Masino», in cella dal dicembre del 2016 per estorsione e mafia, come colui che pretendeva di essere pagato quasi seimila euro al mese.  Stando alla Procura, Del Gaudio è considerato vicino alla famiglia dei Bellagiò di Santa Maria Capua Vetere, contigua al clan dei Casalesi.

In tribunale, ieri, la giudice Maria Chiara Francica ha anche ammonito una donna che - seduta fra il pubblico - cercava di parlare con il detenuto Del Gaudio, rinchiuso dietro le sbarre nell'aula al primo piano del tribunale. 


Stando alle indagini, Tommaso Del Gaudio avrebbe preteso dalla società Di Nardi Holding Industriale spa che gli venisse corrisposta la somma di 6.000 euro mensili, prospettando in caso contrario, di intervenire con i dipendenti della DHI per costringerli ad astenersi dal servizio. La qual cosa avvenne il 16 aprile del 2016 nel cantiere di Santa Maria Capua Vetere quando il servizio di raccolta dei rifiuti venne interrotto per circa 24 ore, lasciando nella sporcizia la città del Foro. Di Nardi «senior» è comparso in aula ieri davanti ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere - presidente Maria Chiara Fracica - e ha risposto alle domande del pm Alessandro D’Alessio della Procura Antimafia di Napoli. «Del Gaudio mi minacciò quando andai dal commercialista e gli spiegai che doveva equiparare la paga alla funzione - ha spiegato Di Nardi - io però ho sempre denunciato». Indagini successive hanno poi visto la Dhi implicata in fenomeni di corruzione con i Comuni del Casertano. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino