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Non bastano le denunce, non bastano le rimostranze, le foto, l'impegno dei volontari, il loro lavoro spontaneo e appassionato. L'inciviltà e la mancata sorveglianza hanno, infatti, la meglio sull'amore e l'impegno di cittadini virtuosi. Così, di nuovo, a pochi mesi di distanza dalla radicale pulizia, più che altro una sorta di bonifica che portò ad eliminare numerosi sacchi di spazzatura, di materiali di risulta, ci risiamo: la strada che collega la piazza della Vaccheria alla Casina vecchia, è ancora una volta invasa di rifiuti.
«È davvero avvilente. Non so più cosa dire né fare» è lo sfogo accorato di Giovanni Marino, vice presidente della Pro loco di Vaccheria e, soprattutto, grande amante della sua terra e della storia che questa esprime, per la cui valorizzazione si spende da anni. «A maggio scorso, con ottanta volontari ripulimmo il bosco che costeggia la strada. Il nostro fu un intervento radicale, infatti, andammo ben oltre la parte visibile dalla strada addentrandoci nella fitta vegetazione. Fummo soddisfatti, nella convinzione che quella zona, ormai pulita e ordinata facesse passare agli incivili l'abitudine ad usare quel tratto di collina come una discarica a cielo aperto. Invece, stamattina (ieri, ndr) passeggiando come spesso mi capita in quei paraggi, ho fatto l'amara scoperta. Cumuli di materiale di risulta, probabilmente, frutto di interventi di ripristino in qualche casa o appartamento.
Si tratta, probabilmente, dell'iniziativa di qualcuno che, effettua lavori in muratura o di restauro in nero e viene a sversare qua per non dar conto e cercare di risparmiare sui costi necessari per sversare questo tipo di rifiuti.
Una situazione che viene documentata da anni, inutilmente. «Si va di male in peggio: nella piazza antistante la chiesa di Santa Maria delle Grazie, oltre agli schiamazzi, alle feste e ai picnic che si protraggono fino alle prime ore del mattino, siamo costretti ogni giorno a constatare i segni dell'inciviltà e della barbarie diventate sistema. L'altra mattina, ad esempio, abbiamo notato sul piazzale decine di melograni schiacciati e sfracellati a terra: si erano divertiti a fare una battaglia con quei frutti raccolti da piante di privati. Un vero scempio, inqualificabile. Mentre sono stati sradicati anche gli ultimi due cestini risparmiati da raid precedenti».
Il Mattino