All’apparenza appaiono atti delinquenziali da basso profilo criminale; o quantomeno, non organizzati. A un occhio non attento sembra che lo spaccio di droga e la...
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Oltre a chi si occupa degli aborti, nel fenomeno della prostituzione c’è chi si prende cura del trasporto delle ragazze (gli autisti), c’è chi è chiamato per i riti woodo necessari a terrorizzare le vittime della tratta (i santoni), ci sono le persone col compito di far rigare dritto le lucciole (i picchiatrori), c’è chi si occupa dei bambini piccoli quando le mamme sono in attesa di clienti sui marciapiedi o quando finiscono in carcere (i gestori degli asili abusivi) e tante altre attività e compiti necessari a far andare avanti il business dello sfruttamento della prostituzione senza alcun intoppo. E così come le lucciole di colore per strada rappresentano solo l’anello esterno di una filiera ben rodata (peraltro, quello più debole), lo stesso vale per i pusher. L’organizzazione della mala africana garantisce loro continui rifornimenti di stupefacenti che arrivano in Italia attraverso gli ovulatori, corrieri della droga che trasportano il materiale direttamente nei loro stomaci, in involucridi cellophane.
Poi, sempre a loro disposizione ci sono i corrieri interni al nostro Paese, che trasportano a domicilio dei clienti piccole quantità di droga, solitamente occultati negli zaini, e che viaggiano in treno e quasi sempre con mezzi pubblici per non destare sospetti. Un altro compito necessario alle organizzazioni criminali africane è quello di chi si occupa dei trasferimenti di denaro all’estero. I soldi illeciti guadagnati in Italia, infatti, sono quasi tutti trasferiti nel Paese d’origine in Nigeria, e per bypassare i controlli istituzionali e internazionali che scattano per trasferimenti superiori a una tale soglia, è necessario che si compiano una lunga serie di bonifici di piccolo taglio. E per questo compito ci sono delle persone fidate del network.
Per tutti, soldati e ufficiali del sodalizio, come nel caso del «doctor» di Castel Volturno, vige una regola da rispettare assolutamente: non dare nell’occhio, avere un profilo estremamente basso, meglio ancora se miserevole.
Il Mattino