«Ti affrontava, ti provocava, perché facessi un gesto non consono: tutto quello che ha fatto è stato premeditato». A parlare è la mamma di...
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«Già in passato si erano presi a botte: avevo visto i segni, le contusioni sul corpo di mia figlia», racconta mamma Adriana, il cui marito una volta ha già detto di aver raggiunto i carabinieri senza però presentare denuncia. «Lei non aveva mai voluto denunciare per paura di quello che poi è successo». L'omicidio è avvenuto in via Plutone, nella periferia a Sant'Antimo, all'interno dell'auto di Carmine d'Aponte, 33 anni, che è poi stato portato in caserma.
D'Aponte, che ha chiamato i soccorsi ormai troppo tardi e aspettato l'arrivo dei carabinieri, ha centrato la vittima con un colpo di pistola all'addome. Sentito dal magistrato, si è avvalso della facoltà di non rispondere nella caserma dei Carabinieri di Giugliano in Campania. La mamma della vittima accusa: «Lui si prendeva gioco della legge, diceva che la legge non gli avrebbe fatto niente. non deve uscire da galera: altrimenti esce morto. Quei bimbi sono la mia vita, devono restare con me». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino