Firema e «morti per amianto»: scatta l'indagine bis

Firema e «morti per amianto»: scatta l'indagine bis
Ex amministratori e alti dirigenti della Firema, azienda casertana che produce carrozze ferroviarie - dal luglio 2015 denominata «Tfa» e di proprietà...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ex amministratori e alti dirigenti della Firema, azienda casertana che produce carrozze ferroviarie - dal luglio 2015 denominata «Tfa» e di proprietà indiana - sono indagati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua

Vetere per omicidio colposo e lesioni in relazione ai decessi e all'invalidità per patologie dovute all'esposizione all'amianto di decine di lavoratori dello stabilimento casertano.

Si tratta di un'indagine bis sulla vicenda Firema, che il sostituto Giacomo Urbano ha aperto per evitare un colpo di spugna, in quanto il processo nato dalla prima inchiesta (in corso davanti al giudice monocratico Marinella Graziano, ndr), in cui il reato contestato è la rimozione e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, si avvia alla prescrizione per quasi tutti i cinque imputati.

I cinque, Gianfranco Fiore, 70 anni, Roberto Fiore, 65 anni, Giuseppe Ricci, 72 anni, Maurizio Russo, 70 anni e Roberto Mazza, 71 anni, tutti ex alti dirigenti di Firema potrebbero uscire di scena, così come accaduto in sede di udienza preliminare per altri sei imputati; in questo processo sono 19 le morti accertate per patologie tumorali e non, collegate all'amianto, come il carcinoma polmonare, il mesotelioma pleurico e l'asbestosi, mentre sono 82 i dipendenti che negli anni si sono ammalati, difesi dagli avvocati Angelo Cutolo della Fiom e Sergio Tessitore della Cgil Campania, uniche associazione sindacali ad essersi costituite in giudizio. La vicenda processuale presenta analogie con quella dell'Eternit a Torino, dove il proprietario dell'azienda, l'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, dopo essere stato condannato in primo e secondo grado a 16 e 18 anni per disastro colposo in relazione a decine di decessi per amianto, è stato «salvato» dalla Cassazione che ha decretato la prescrizione del procedimento. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino