Furbetti del cartellino al museo archeologico dell'Antica Atella: concluse le indagini

il museo di succivo con il marcatempo
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CASERTA - Concluse ieri le indagini preliminari per i 15 dipendenti del Museo Archeologico di Succivo indagati con l’accusa di assenteismo. Ai «furbetti del cartellino» del Museo con più dipendenti che visitatori, è stato notificato ieri l’avviso di conclusione indagini. Ora, i loro difensori avranno 20 giorni per presentare memorie e chiedere di essere sentiti dal pm per eventuali dichiarazioni. La notizia del Museo con 15 dipendenti indagati su 21 per circa 6 mila visitatori l’anno, tutti studenti, quindi non paganti, fece il giro delle cronache nazionali lo scorso 7 marzo, quando fu spiccata l’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di falsa attestazione della presenza in servizio e truffa ai danni dello Stato. Ai domiciliari, e poi tornati successivamente liberi, finirono Giosuè Moscato, addetto al servizio supporto del Museo, difeso da Maria Amodeo, e Tobia Menditto, assistente amministrativo, difeso dall’avvocato Raffaele Costanzo. 


Per la Procura di Napoli Nord che ha coordinato le indagini dei carabinieri della Compagnia di Marcianise, tutti gli indagati usavano l’oramai consolidato sistema truffaldino: badgiare l’ingresso per poi allontanarsi, tornare negli orari che più gli erano comodi per poi ritimbrare solo l’uscita a fine orario lavorativo. Tra gli indagati, anche la direttrice Elena Laforgia e il direttore amministrativo, Luigi Santoro. Per loro, il gip Paone non ritenne opportuno applicare esigenze cautelari, ma sulle loro condotte non usò mezzi termini: «Conniventi con i dipendenti infedeli. Sapevano e hanno taciuto». E poi tecnici, assistenti e operatori di vigilanza. 
Tutto inizia nell’aprile del 2015, quando dai carabinieri arriva una dipendente del Museo a denunciare una situazione generalizzata di assenteismo. Ora tutti rischiano il processo.  
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Il Mattino