CASERTA - «Io ho pianto quando ho dovuto cedere il mio distributore di benzina». A tratti struggente, fedele alla sua versione fornita nei primi interrogatori ai...
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Sulle parole di Magliulo e sui suoi “non ricordo” si sono scontrati in aula, con toni accessi, il pubblico ministero Alessandro D’Alessio e l’avvocato Vittorio Giaquinto, difensore di Giovanni Cosentino, che ha messo in evidenza come i racconti di Gallo e Magliulo sembra siano quasi identici, sfogliando sul banco una intercettazione ambientale. Nell’intercettazione Magliulo sembra dica al suo interlocutore di aver saputo da Gallo dell’inchiesta su Cosentino, appena quindici giorni prima di essere chiamato dai carabinieri. Dopo la “tempesta in aula”, però, è stata la volta di Gallo: «Bruno Sorrentino, dipendente della Kuwait, mi bloccò. Mi mise in condizione di non aprire il distributore – ha dichiarato ieri – me ne accorsi perché colui con il quale dovevo aprire la società, durante un incontro in un bar di Aversa ricevette una telefonata e dopo tre minuti mi disse: guarda, ho dimenticato il certificato della Camera di Commercio a casa, non posso più fare la società. Il giorno dopo venne a farmi visita Sorrentino e capii». Gallo (difeso dall’avvocato Delio Iorio) , ascoltato dal collegio presieduto dal giudice Roberta Carotenuto e interrogato dai magistrati della Dda D’Alessio e Vanorio, si è soffermato sugli incontri con Giovanni Cosentino, titolare dell’Aversana Petroli. I rapporti fra i due si ruppero quando Cosentino ottenne l’autorizzazione per l’apertura del distributore e Gallo no. Oggi, l’imprenditore di Villa di Briano, ha perso tutto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino