Se ne va un altro pezzo della centrale nucleare di Sessa Aurunca. Quattrocento tonnellate di ferro, rame, acciaio. Ma tanto resta da smantellare su un impianto con 262.970...
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È così che si farà spazio per lo smontaggio della turbina dell'impianto, una delle operazioni più complesse nella centrale di Sessa Aurunca. E si farà spazio per le lavorazioni e la realizzazione del terzo deposito per lo stoccaggio del materiale di bassa e media radioattività. Un passo avanti verso il processo di smantellamento totale. La centrale fu chiusa prima ancora del referendum sul nucleare per motivi di sicurezza dopo il terremoto, i lavori di smantellamento partirono nel 2012, finiranno nel 2026. Fu costruita nel 1964, progetto del cemento armato di Riccardo Morandi, lo stesso del ponte di Genova crollato. Funzionò per 14 anni, poi chiuse.
Quasi una festa ieri al Garigliano per gli operatori della Sogin, la società di Stato che si occupa dello smantellamento delle centrali nucleari e dello stoccaggio dei materiali radioattivi. Non casuale la scelta dei tempi, la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti. «Sogin aderisce alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti dice Luca Desiata, amministratore delegato di Sogin con l'obiettivo di valorizzare il suo impegno nel ridurre l'impatto ambientale dello smantellamento degli impianti nucleari. Nel caso della turbina del Garigliano gran parte del materiale viene recuperato e riciclato. Un modello di economia circolare sottolinea Desiata che stiamo integrando in modo strutturato e sistematico nella progettazione di tutti i lavori di decommissioning».
E ci tiene a sottolineare Desiata che solo «diciassette tonnellate di amianto, il 4% dell'alternatore, non potranno essere riciclate e finiranno in discarica».
La prossima tappa sarà la demolizione della turbina, entro il 2020 con la regia del direttore della struttura del Garigliano, Alfonso Esposito, e del responsabile di tutte le centrali italiane, Severino Alfieri. Qui si trova parte del metallo a bassa radioattività. La parte più delicata sarà la demolizione del guscio del reattore, il vessel, dove è concentrato il 99% del materiale radioattivo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino