Garigliano, smontato un altro pezzo
centrale nucleare modello del riciclo

La centrale nucleare del Garigliano
La centrale nucleare del Garigliano
di Francesco Vastarella
Mercoledì 21 Novembre 2018, 10:39
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Se ne va un altro pezzo della centrale nucleare di Sessa Aurunca. Quattrocento tonnellate di ferro, rame, acciaio. Ma tanto resta da smantellare su un impianto con 262.970 tonnellate di materiale convenzionale e 5.180 tonnelate di sostanze radioattive destinate al deposito nazionale di là da realizzare. Alle 14 di ieri il camion con il primo pezzo del rotore (55 tonnelate circa) è partito per Brescia. Destinazione un impianto di riutilizzo del metallo. In quattro giorni andrà via tutto il resto dell'alternatore e del rotore.

È così che si farà spazio per lo smontaggio della turbina dell'impianto, una delle operazioni più complesse nella centrale di Sessa Aurunca. E si farà spazio per le lavorazioni e la realizzazione del terzo deposito per lo stoccaggio del materiale di bassa e media radioattività. Un passo avanti verso il processo di smantellamento totale. La centrale fu chiusa prima ancora del referendum sul nucleare per motivi di sicurezza dopo il terremoto, i lavori di smantellamento partirono nel 2012, finiranno nel 2026. Fu costruita nel 1964, progetto del cemento armato di Riccardo Morandi, lo stesso del ponte di Genova crollato. Funzionò per 14 anni, poi chiuse.
 
Quasi una festa ieri al Garigliano per gli operatori della Sogin, la società di Stato che si occupa dello smantellamento delle centrali nucleari e dello stoccaggio dei materiali radioattivi. Non casuale la scelta dei tempi, la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti. «Sogin aderisce alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti dice Luca Desiata, amministratore delegato di Sogin con l'obiettivo di valorizzare il suo impegno nel ridurre l'impatto ambientale dello smantellamento degli impianti nucleari. Nel caso della turbina del Garigliano gran parte del materiale viene recuperato e riciclato. Un modello di economia circolare sottolinea Desiata che stiamo integrando in modo strutturato e sistematico nella progettazione di tutti i lavori di decommissioning».

E ci tiene a sottolineare Desiata che solo «diciassette tonnellate di amianto, il 4% dell'alternatore, non potranno essere riciclate e finiranno in discarica».
La prossima tappa sarà la demolizione della turbina, entro il 2020 con la regia del direttore della struttura del Garigliano, Alfonso Esposito, e del responsabile di tutte le centrali italiane, Severino Alfieri. Qui si trova parte del metallo a bassa radioattività. La parte più delicata sarà la demolizione del guscio del reattore, il vessel, dove è concentrato il 99% del materiale radioattivo.
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