Paglia, lo sfogo del tenente colonnello: «Preso in giro per equilibrismi politici»

Paglia, lo sfogo del tenente colonnello: «Preso in giro per equilibrismi politici»
Lo aveva preannunciato e ribadito e alla fine Gianfranco Paglia si è dimesso. Con una lettera aperta agli organi di informazione e protocollata al comune, il tenente...

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Lo aveva preannunciato e ribadito e alla fine Gianfranco Paglia si è dimesso. Con una lettera aperta agli organi di informazione e protocollata al comune, il tenente colonnello ha sbattuto la porta rinunciando all'incarico, conferitogli quasi un anno fa dal sindaco di Caserta Marino, di consulente e presidente del tavolo sulla sicurezza costituito presso il Comune.


 

Nella lettera lei spiega di essersi sentito con le mani legate e di «aver deluso le aspettative dei cittadini casertani». Con chi ce l'ha?
«Più che altro mi sono rotto di essere preso in giro, non mi è stata data la possibilità di combattere con le armi che avevo indicato e nelle modalità che avevo richiesto. Inoltre, molte cose che pure potevano essere fatte non sono state fatte». 

Può essere più esplicito?
«Ad esempio, avevo chiesto di poter gestire la polizia locale, ho provato anche a farlo indirettamente, ma non ci sono riuscito».

Ne ha parlato con il sindaco?
«Gli avevo chiesto anche una settimana fa di rispondere alle mie sollecitazioni. Sperando in soluzioni rapide. Così non è stato. Evidentemente la politica ha tempi che non sono i miei».

Nella lettera lei attacca pesantemente le associazioni di categoria e le accusa «di non aver preso le distanze dai locali che non rispettano le regole a partire dalla vendita di alcolici ai minori, all'occupazione di suolo pubblico senza permessi, all'inquinamento acustico».
«Ci sono locali inadempienti ma che non vengono sanzionati perché hanno amicizie nei posti giusti. Ho anche consegnato un elenco di esercizi da sanzionare ma nulla è successo: c'è qualcosa che non va».

Lei pensa che Caserta abbia una scarsa cultura della legalità, dunque?
«Non Caserta in particolare, certe cose succedono un po' dovunque. Ma mi aspettavo che ci fosse la volontà concreta di affrontare queste tematiche. Avevo fatto anche presente l'urgenza di alcuni provvedimenti, ma siamo arrivati a fine luglio e nessuna delle mie richieste, dall'attivazione della Ztl a San Leucio e Vaccheria, alla visione delle poche telecamere di Caserta presso la sala operativa della questura così come chiesto dal Questore, all'eventuale sostituzione dell'attuale Comandante della Polizia municipale, è stata accolta».

Si è sentito solo in questa sua esperienza?
«Il problema non è questo, io voglio fatti e ne ho visti pochi. Se non fosse stato per l'appoggio del vicesindaco che mi è stato molto vicino e per il supporto di questore e prefetto, probabilmente non si sarebbero viste in giro neppure le forze dell'ordine che invece, in questo periodo, hanno presidiato il territorio».

Nella lettera aperta lei insiste, facendo riferimento anche al recente operato del generale Figliuolo in tempo covid, «che se si ha la volontà di fare, i tempi si azzerano velocemente» e che non vorrà essere «complice di eventuali altri episodi di movida violenta». Si sente sconfitto?
«Ho fatto promesse che, mio malgrado, non sono stato in grado di mantenere. Ci ho messo la faccia, ho dato garanzie che sono venute a mancare. È una questione di rispetto, nella convinzione che, comunque, una persona sola al comando non va da nessuna parte. Qui si tratta di avere il coraggio di fare scelte anche impopolari fino ad arrivare a cambiare le persone che non sono capaci. Con gli equilibrismi politici Caserta non crescerà mai».

Qualcuno sospetta che questa scelta sia frutto di una sua possibile candidatura alle prossime elezioni. Cosa c'è di vero?


«Per ora nulla. Questa decisione era maturata già oltre un mese fa. Non l'ho concretizzata subito perché mi avevano chiesto di rimanere. Cosa che ho fatto finché ho potuto. In ogni caso, le due cose non sarebbero state inconciliabili». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino