Gli immigrati continuano a lavorare: «Ma ora vanno regolarizzati»

Gli immigrati continuano a lavorare: «Ma ora vanno regolarizzati»
Da Castel Volturno a San Ferdinando in Calabria, la Flai Cgil torna a chiedere la regolarizzazione di tutti i migranti che in questo periodo di emergenza Coronavirus stanno...

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Da Castel Volturno a San Ferdinando in Calabria, la Flai Cgil torna a chiedere la regolarizzazione di tutti i migranti che in questo periodo di emergenza Coronavirus stanno continuando a lavorare alla giornata senza dispositivi di protezione, alla mercé dei caporali e sfruttatori, per garantire la raccolta e l'approvvigionamento continuo ai cittadini bloccati a casa di generi alimentari freschi, come frutta e verdura. È Jean René Bilongo coordinatore dell'Osservatorio Placido Rizzotto della FLAI- CGIL, natali camerunensi e una vita trascorsa in contesti al limite come Castel Volturno, a rilanciare la proposta di una «regolarizzazione semplificata», anche perché in questi territori, la protesta sociale può esplodere da un momento all'altro. «Il numero di invisibili in tutti i territori d'Italia - spiega Bilongo - non solo Castel Volturno o San Ferdinando in Calabria, ma anche Borgo Mezzanone (Foggia) o quelli delle aree a trazione agropastorale come Metaponto, la Piana del Sele o l'Agropontino, è compreso tra 160 e 180mila».


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«Tanti immigrati - prosegue - sono senza permesso di soggiorno dopo che il Decreto Sicurezza ha abolito il permesso per motivi umanitari, e si ritrovano oggi consegnati di fatto a caporali e sfruttatori. Ma è lo stesso Decreto Sicurezza - prosegue - a prevedere la regolarizzazione dei migranti, con la concessione di permessi di soggiorno per eccezionale calamità; e se non è una calamità eccezionale questa, assolutamente imprevedibile?.Non possiamo abbandonare questo pezzo di umanità - aggiunge Bilongo - con un permesso queste persone potrebbero avere accesso alle cure mediche e a dei sussidi. Anche perché mentre i criminali continuano a lavorare, e intanto l'ombra dissuasiva degli Ispettori del lavoro è venuta meno con il coronavirus. Gli Ispettorati in questa fase si limitano all'espletamento telematico delle loro funzioni. La probabilità che si facciano verifiche e controlli in situ è pari a zero. I caporali e gli sfruttatori l'hanno capito molto bene» conclude Bilongo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino