Il blitz è scattato in contemporanea. Ad Aversa, dove è stato arrestato Giuseppe Inquieto. E a Pitesti, dove in manette è finito suo fratello, Nicola. Il...
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Perché il resto dei sigilli hanno colpito altri patrimoni, sia nella capitale dell’Est dei Casalesi, che in Italia. A Casapesenna la Dia ha chiuso il caseificio Santa Rita. Tutto quel denaro, tutti quegli immobili, le auto, le aziende, secondo la Dda di Napoli, sono opera di Michele Zagaria.Dice il pentito Generoso Restina: «Michele Zagaria mi ha sempre detto che tutto ciò che possiedono gli Inquieto, sia in Italia che in Romania, è tutta roba sua». Per entrambi i fratelli, l’accusa è infatti di associazione per delinquere di stampo mafioso. E da ieri sono entrambi in carcere. Nicola lo hanno arrestato nella megavilla di Pitesti. Interni curati all’eccesso, stile barocco-casalese. Archi, grandi divani di pelle, luci a led colorate. Giuseppe, invece, è stato preso ad Aversa dove vive da sempre. Il gip Federica Colucci ha ritenuto per entrambi «sussistente il pericolo di fuga, vista dall’esperienza che hanno maturato durante la latitanza di Michele Zagaria e perché, considerati i loro contatti nell’Est Europa, potrebbero facilmente dileguarsi». Gli Inquieto sono i fratelli di Vincenzo: sotto la sua villetta, a via Mascagni a Casapesenna, c’era l’ultimo bunker di Zagaria. Per gli altri indagati, invece, il giudice ha respinto la richiesta di arresto. Si tratta di Mario, Salvatore e Giovanni Nobis e di Rita Fontana. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino