È sempre la linea ferroviaria Napoli-Caserta-Cassino a far registrare il maggior numero di vittime. Il writer, investito tra le stazioni di Caserta e Santa Maria Capua...
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Il «caso Maddaloni» è clamoroso: lungo gli otto attraversamenti dei passaggi a livello urbani, dall'agosto 2004, quando un ragazzo fu travolto sul marciapiede della stazione, a Maddaloni Inferiore si sono registrati quattro morti. Tre decessi tra Maddaloni e Caserta: tutti ricondotti alla presenza di persone sui binari in uno spazio aperto usato per il jogging mattutino e, quindi, molto frequentato. Tutti riconducibili a incauti attraversamenti dei binari con i treni in transito. E poi ci sono gli investimenti di vetture: l'ultima in ordine di tempo è stata una Fiat 500, rimasta intrappolata al passaggio a livello (km 225+366) di Maddaloni. La vettura è stata distrutta dal treno notte 793, partito da Torino Porta Nuova e diretto a Reggio Calabria. Nel 2005, l'Espresso Milano-Reggio Calabria ha travolto un'auto abbandonata sui binari. Nessuna vittima. Sono gli aspetti più clamorosi di un fenomeno, quello delle vetture intrappolate tra le sbarre dei passaggi a livello, che è quasi ordinaria quotidianità. Non fanno notizia, ma preoccupano di più gli investimenti senza vittime: pedoni urtati dai treni in transitano che utilizzano i binari come strade cittadine. Da uno studio, fatto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, presentato in Procura nel dicembre 2002 e più volte aggiornato emergono quattro zone critiche: l'«area urbana di Caserta» che costeggia via Vivaldi (separata solo da un muretto dalla strada); il centro di Maddaloni (passaggi a livello utilizzati dai pedoni per passare dal centro alla zona sud); Cancello Scalo con annesso passaggio a livello ancora non soppresso (lato Acerra). Più pericolosa di tutte è la tratta Cancello-Acerra-Casalnuovo che sarà soppressa e delocalizzata. Tra Caserta e Cassino particolarmente critica è l'area di Santa Maria Capua Vetere. «È una situazione simile a quella di Maddaloni spiega Angelo Lustro (Filt-Cgil)- perché è stato costruito il sottopasso ma non ancora eliminato il passaggio a livello». Lo stesso, sebbene in misura ridotta, vale per Sparanise. Il piano di eliminazione dei passaggi a livello va a rilento.
E ancora fa scuola il «caso Maddaloni»: progetti in discussione dal 1970. Ora il piano di soppressione, firmato nel 2018, attende ancora il placet della Soprintendenza. L'altra faccia dell'emergenza sicurezza è la vigilanza delle aree delle stazioni, dei varchi di accesso e delle aree di stazionamento dei convogli. La Direzione Regionale dei Trasporti e Trenitalia, di concerto con la Rsu, ha sperimentato con successo un «servizio sui i treni critici»: tutti i convogli (da e per Caserta), nelle fasce orarie serali di minore affluenza, «potranno mantenere in servizio (cioè aperte ai viaggiatori) solo le prime due o tre vetture di testa». Su tutti i treni ad alta frequentazione (Taf) è stato installato la «videosorveglianza live» (cioè in tempo reale) e telecamere frontali contro gli atti vandalici esterni. Non basta. Per Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uilt-Uil «vanno chiuse tutte le stazioni ai facili accessi esterni a Maddaloni Inferiore, Caserta, Cancello Scalo, Aversa e Marcianise». Rfi ha avviato il «Progetto Tornelli 2.0» attivando l'automazione degli accessi ai viaggiatori partendo da Cancello Scalo.
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Il Mattino