La prima pietra fu posta esattamente cinque anni fa, nel febbraio del 2018. Dopodomani ci sarà l'inaugurazione e si apriranno finalmente i cancelli e le porte...
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Insomma, il Pineta Grande Hospital sarà uno dei più grandi ospedali non solo della Campania e del sud Italia, ma dell'intera nazione. Seppure si tratta di una struttura sanitaria con proprietà privata, degenze, come pure ogni tipo d'intervento e visita ambulatoriale, saranno interamente convenzionati col sistema sanitario nazionale e peseranno finanziariamente sullo stesso circa il quaranta per cento in meno del servizio interamente pubblico. Insomma, per una volta la Domiziana, area abituata suo malgrado a degrado e illegalità diffusa, riuscirà a quadrare il cerchio e diventerà punto di riferimento globale non solo sanitario, ma anche sociale. In un panorama sanitario generale del sud Italia che vede molti pazienti spostarsi in strutture del centro o nord della nazione, già adesso Pineta Grande è in controtendenza, con il dieci per cento dei pazienti proveniente da sopra la linea del fiume Garigliano; con l'ampliamento si punta ad aumentare la percentuale. Eppure, tutte queste ricche aspettative a un certo punto hanno corso il rischio di svanire. Quando sul finire del 2019 la procura di Santa Maria Capua Vetere mise sotto inchiesta trentasei persone tra pubblici ufficiali e imprenditori per corruzione, fra cui Vincenzo Schiavone, fondatore e amministratore della clinica Pineta Grande. Due anni e mezzo dopo le accuse di corruzione caddero e la direzione della struttura sanitaria raggiunse un accordo con la Procura, rinunciando a un piano della nuova struttura, per ridurre l'impatto ambientale. Così i lavori sono potuti andare avanti e completare l'opera. Nella nuova struttura confluiranno anche i servizi e il personale che fino a poco fa erano nelle due cliniche San Pio di Mondragone e Villa Bianca della zona collinare di Napoli, entrambe della società che controlla anche Pineta Grande. Grosse novità si registreranno anche al pronto soccorso, che non sarà più collegato alla struttura principale, ma che avrà un proprio edificio dedicato, all'interno del quale ci saranno ben dieci ambulatori esclusivi, da quello ortopedico alla radiologia. Ad oggi il pronto soccorso del nosocomio di Castel Volturno accoglie la media di cento pazienti al giorno; con l'ampliamento si riuscirà a gestire fino a centocinquanta pazienti senza grosso stress, azzerando i tempi di attesa per l'ingresso in reparto, con tampone e attribuzione del codice di gravità immediati.
La clinica domiziana fu rilevata dal dottor Schiavone, medico di base e medico ufficiale dell'esercito italiano, nel 1985, quando contava appena venti dipendenti. La sua crescita è stata costante. Ad oggi è il primo centro per nascite della provincia di Caserta, superando anche l'ospedale civile del capoluogo, il primo sempre a Caserta per la terapia intensiva neonatale e fra i primi in Italia per l'ortopedia, la chirurgia, la terapia contro l'obesità. In interventi di tumore ai polmoni è seconda solo all'ospedale Monaldi, davanti anche al Pascale. Questi dati sono pubblici e certificati da enti istituzionali. Ma per averne contezza basterebbe anche solo considerare che la clinica del dottor Schiavone è l'ospedale accreditato presso la base nato in Campania per la cura dei propri militari nei servizi non previsti dall'ospedale nella base di Gricignano. Peraltro, qui, quando necessario, sono presi in carico anche giocatori del Calcio Napoli. Insomma, per una volta Castel Volturno si può fregiare del sostantivo di eccellenza. E da martedì il valore potrà solo crescere.
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Il Mattino