Rovinato a terra da un'impalcatura mentre stava lavorando sotto il caldo torrido. Morto mentre era impegnato a imbiancare le mura esterne di un'abitazione a Cesa, a soli...
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Gli inquirenti non danno ancora per certo che possa essere stata la folgorazione la causa della morte del giovane imbianchino di Giugliano. Sui muri vicini all'edificio, secondo i primi rilievi, ci sono un cavo dell'Enel e uno della Telecom: l'ipotesi è che siano entrati in contatto causando una scossa, che avrebbe raggiunto Nave attraverso dei fil di ferro appesi a un balcone al quale il giovane lavorava. Bisogna, però, capire se la scossa è stata la causa della morte o se questa gli ha fatto perdere l'equilibrio facendolo rovinare a terra e battere violentemente la testa. Un volo di poco più di tre metri. Vincenzo Nave lascia la moglie e un figlio nato appena un anno fa. Il cantiere presso il quale il giovane stava lavorando era in regola, così come la sua assunzione era regolare, stando almeno ai primi accertamenti, ma saranno necessari ulteriori rilievi per accertare la situazione ed è per questo che la zona è stata sottoposta a sequestro da parte dei magistrati della procura di Napoli Nord. Magistrati che hanno disposto anche il trasferimento della salma del giovane presso l'istituto di medicina legale di Napoli dove sarà eseguita l'autopsia. «Ancora una morte sul lavoro si è verificata oggi nella nostra comunità. Un incidente che porta via un giovane, che strappa agli affetti dei suoi cari un padre di famiglia», ha detto il sindaco di Cesa Enzo Guida: «Una notizia triste, di quelle che si fa fatica ad accettare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino