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Ostaggi dell'inciviltà: gli abitanti del quartiere Vaccheria sono costretti da anni a rimanere chiusi o a non poter uscire o rientrare nelle proprie case a causa della folla che, soprattutto (ma non solo), nelle serate estive assedia la zona. Uno spettacolo inimmaginabile per chi non lo sperimenta «de visu». Gente assembrata ovunque (neanche il Covid è riuscito a disperderla), che banchetta sui marciapiedi con tanto di tavoli, sedie, sgabelli portati da casa, o che festeggia e brinda fino a tarda notte e se si tratta di compleanni, anche con spari di fuochi d'artificio.
Persone che ballano al suono di musiche sparate a diversi decibel. Macchine parcheggiate dovunque, anche davanti ai passi carrabili. Addirittura c'è chi preferisce lasciare la propria auto lontano, piuttosto che impegolarsi, per poter tornare a casa, in discussioni e litigi che rischiano di sfociare in aggressioni. E gli esiti dei bagordi notturni sono ben visibili fino a mattina inoltrata: centinaia di bottiglie, lattine, bicchieri lasciati in strada, cartoni di pizza e residui di cibo abbandonati ad ogni angolo.
Uno spettacolo da day after che mai dovrebbe essere possibile in una società civile e in un luogo dalle forti valenze storiche. «E va sempre peggio: da anni denunciamo questo stato di cose che è andato progressivamente peggiorando. Ma inutilmente», dice Giovanni Marino, vice presidente della Pro loco e ideatore e animatore dello straordinario presepe vivente che si svolge ogni anno a Vaccheria. «Ormai siamo talmente stanchi e sfiduciati che manco ci rivolgiamo più alle istituzioni.
Un altro fenomeno si sta poi verificando da qualche tempo: i dissuasori che delimitano la piazza di Santa Maria delle Grazie sono trattati come una sorta di birilli. Di notte molti di questi vengono ribaltati a terra e non si capisce da chi e soprattutto perché. Poi, al mattino qualche cittadino di buona volontà li rimette in piedi al proprio posto, ma il giorno seguente la scena si ripete. In una sorta di competizione a distanza fra civiltà e inciviltà, fra pazienza e imbecillità. «Sono nato e cresciuto a Vaccheria, ma devo dire che quello che sta accadendo ora non si era mai visto», è la testimonianza di Pasquale. «Quando ero giovane la gente, ma non tanta quanto oggi per la verità, veniva a prendere il fresco, ma poi in orari decenti andava via. Ora, invece, le famigliole per le 23-24 rientrano, ma da quell'ora in poi migliaia di ragazzi bevono, fumano, mangiano, fanno schiamazzi. E guai a chiedere rispetto: ci insultano e minacciano. Io da quando questa storia va avanti, sono arrivato a odiare l'estate. Addirittura mio figlio, che torna tardi dal lavoro, rimane a dormire dalla nonna che vive più giù per evitare provocazioni e conseguenti reazioni».
Nessun rispetto neanche per la chiesa e gli spazi adiacenti. «Hanno scambiato queste mura per orinatoi, una cosa abominevole», dice don Vincenzo Aveta, il parroco di Vaccheria. «I controlli sono inesistenti, e noi qui siamo in preda ai vandali. La mattina c'è una tonnellata e mezza di spazzatura e gli addetti fanno un lavoro immane ogni giorno. Io darei a questa gente una lezione: farei trovare la spazzatura come l'hanno prodotta la notte prima, forse così capirebbero».
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Il Mattino