Jabil, trattativa bloccata: alta tensione tra operai licenziati e no

Jabil, trattativa bloccata: alta tensione tra operai licenziati e no
Inizio del mese senza alcun cenno d'apertura per la soluzione del caso Jabil, a più di una settimana di distanza dai licenziamenti che hanno colpito in modo traumatico...

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Inizio del mese senza alcun cenno d'apertura per la soluzione del caso Jabil, a più di una settimana di distanza dai licenziamenti che hanno colpito in modo traumatico 190 lavoratori di Marcianise. Nessuno squillo di telefono, infatti, proviene da oltreoceano per iniziativa della Corporate Usa. Fabbrica chiusa e management inspiegabilmente assente anche ieri nello stabilimento delle Telecomunicazioni, là dove i lavoratori stanno vivendo momenti di forte angoscia ma anche di gravissima tensione. Non a caso già nella mattinata si sono presentati ai cancelli dell'impianto una cinquantina di dipendenti (dei 350) che risultano tuttora in servizio ma che non sono potuti entrare in costanza del presidio portato avanti dalle Rsu e dal personale in mobilità.


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Lavoro negato, insomma, nel sito e nervosismo alle stelle per un «ulteriore motivo di controversia che si sta innescando all'interno di una vertenza di per sé già contorta e complicata. Una vertenza che non vede ancora la fine del tunnel affidando alle sole parti sociali il compito di mantenere accesi i riflettori su di una crisi che, come si ricorderà, si aggrava in un tessuto industriale già fragile. Là dove la cassa integrazione sembra ancora costituire l'unico approdo possibile per salvare i posti di lavoro, come documenta l'ultimo rapporto della Uil nazionale. Sulla base delle statistiche più recenti, infatti, a Caserta sono state utilizzate ben 1.431.563 ore autorizzate dall'Inps nel solo primo trimestre di quest'anno. Quasi il triplo in più rispetto a quanto verificato nell'analogo periodo del 2019 quando il ricorso alla cig era limitato a sole 528.386 ore autorizzate. Un'impennata insomma, inaspettata che sicuramente toccherà punte più alte nel secondo trimestre 2020 con il riproporsi di questo stesso strumento sotto forma di cig per Covid 19. Intano resta tutto fermo a Marcianise dove non si muove una foglia, lontane le prospettive di ricollocazione del personale pur sempre in attesa, tornano a farsi sentire le organizzazioni sindacali confederali e di categoria. Al centro un documento congiunto e centrato sulle rivendicazioni più significative. «Le parti sociali respingono con forza l'inaccettabile decisione della multinazionale di licenziare 190 persone e mettere sul lastrico le loro famiglie. Una decisione ancor più grave perché presa in una situazione di grave emergenza sanitaria e in palese violazione delle leggi italiane. Le organizzazioni denunciano unitamente alle responsabilità dell'azienda anche l'impotenza delle istituzioni sia nazionali che regionali di fronte alla protervia della società» questi i toni del comunicato.
 

«Dopo oltre 70 ore di negoziato infruttuoso tra il 25 ed il 26 maggio, non c'è stato il tavolo di confronto convocato con la presenza del Ministero e della Regione. La stessa audizione in consiglio regionale si è consumata nel silenzio della politica e nell'irremovibilità dell'azienda, Questa situazione è ormai inarrestabile; il licenziamento e la mancanza di chiarezza sul futuro del sito costituiscono un colpo mortale a un territorio in grave crisi che presenta tassi altissimi di disoccupazione e a un settore strategico per l'apparato produttivo della provincia di Caserta. Questo provvedimento, in una situazione di così forte declino, rischia di avere ripercussioni sul versante della coesione sociale. I lavoratori non possono essere lasciati soli. Pertanto le confederazioni e le categorie dei metalmeccanici chiedono con grande forza alla politica, alle istituzioni, alle deputazioni nazionali e regionali elette nella nostra provincia di alzare la voce per fare valere con determinazione il loro ruolo e la loro responsabilità di rappresentanza nelle sedi opportune. A cominciare dalla richiesta al Governo di dimostrare nei fatti che il divieto di licenziare in piena pandemia non è solo un annuncio ma una decisione che ha intenzione e forza di fare rispettare». Infine l'impegno più determinato: «Nei prossimi giorni - conclude il documento - in assenza di notizie positive sul lavoro che devono svolgere i ministeri competenti, le organizzazioni sindacali convocheranno l'insieme dei dirigenti delle categorie per dare vita a una grande mobilitazione del territorio a difesa della Jabil, del lavoro, dello sviluppo produttivo e industriale della provincia di Caserta». Domani se ne saprà di più, una volta concordate con la Questura le modalità di svolgimento dello sciopero generale in conformità con le misure previste in materia in tempi di coronavirus. A meno che dalle segreterie dei Ministeri non vengano ancor prima indirizzi diversi, ufficiali, e che si spera beneauguranti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino