Stanno venendo giù, uno dopo l'altro. Sono gli alberi bruciati nei roghi dolosi dell'estate del 2017, sono i pini sui declivi dei colli tifatini, sul versante della...
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Lo scorso 29 ottobre, quando la situazione non era così grave, una tempesta di vento fece crollare sulla strada diversi alberi. Col passare del tempo e con l'aumento dei crolli aumento il rischio eppure da un anno e mezzo i proprietari dei terreni, e dunque degli alberi, sono assenti e tutto tace. La mano criminale, causa del disastro ambientale provocato due estati fa, è ancora impunita e quella che fu un tempo la cornice verde della città resta arsa e rinsecchita. Regione e ministero dell'ambiente dovrebbero destinare fondi per la bonifica e la messa in sicurezza dei crinali; i proprietari dovrebbero provvedere alla rimozione di tonnellate di tronchi presenti sulle colline, lungo la strada, senza più radici, ma l'unica cosa certa è che i terreni che ospitavano quegli alberi sono ormai ancora più fragili e franosi. A chi compete monitorare le alberature dei colli tifatini?
Cosa si fa per obbligare i proprietari dei terreni a rimuovere gli alberi a rischio di imminente caduta e quelli già crollati sui crinali? Gli incendi dolosi e devastanti sui colli Tifatini dell'agosto 2017 misero a nudo le condizioni idrogeologiche del capoluogo e la necessità di agire, in tempi brevi, con interventi strutturali e non strutturali su molte zone della città. Non basta gridare l'allarme, è necessario, ora più che mai, intervenire. I dati rilevabili sul sito istituzionale italiasicura.gov.it non lasciano dubbi: il 19,6% del territorio cittadino è considerato a rischio frana molto alto (è questo l'indicatore massimo che i geologi individuano nella classificazione dei rischi), l'1% ad elevato rischio, il 25,5% è attenzionato. Quasi cinquemila persone, pari al 6,2% della popolazione, vive nelle zone a rischio molto alto, dove insistono 193 imprese, il 2,8% del territorio, e ben 20 beni culturali, pari ad una percentuale del 13,3%. Per poter intervenire il governo precedente aveva finanziato, nell'ambito della Missione «Italia Sicura», con 3 milioni e 469mila euro, due progetti.
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Il Mattino