La via della seta parte dalla Cina e arriva in Italia passando per Caserta e San Leucio. All'origine del progetto, una mostra fotografica, «Our Silk Road - La nostra Via...
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«Per la prima volta in Europa - dice il sindaco Carlo Marino - con Caserta che la ospiterà prima di Londra, la mostra arriva dalla Cina mettendo il Belvedere di San Leucio al centro della Via della Seta. Un tema attuale, in questi giorni, in Italia, sul piano economico e finanziario. Per noi, però, sarà centrale anche la cultura, per la crescita del territorio con il supporto del Governo e del Ministero della Cultura della Repubblica cinese e grazie ai rapporti già avviati dal nostro Comune nei mesi scorsi con il Governo del Distretto di Zhoucun della Città di Zibo. Un'occasione concreta per il turismo ma anche per l'imprenditoria locale e per i rapporti commerciali. All'inaugurazione della mostra, saranno, infatti, a Caserta i maggiori rappresentanti della Repubblica Popolare della Cina in Italia e una nutrita delegazione dei più importanti organi di informazione di quel Paese». Il rapporto di cooperazione amichevole e reciprocamente vantaggioso è nato con il Memorandum d'intesa tra il Distretto di Zhoucun (Cina) e la Città di Caserta, siglato al termine della missione nella città asiatica dal vicesindaco Francesco De Michele e dal Governatore del Distretto di Zhoucun, Liu Wei. Particolarmente soddisfatto della opportunità cinese il presidente del Consorzio San Leucio Textile, Gustavo Ascione. «Si tratta di un progetto, per noi, particolarmente stimolante», dice Ascione. «Siamo entrati in contatto con i responsabili del Distretto Zhoucun, dove iniziò la produzione della seta, che comprende città da circa 300mila abitanti e persino prefetture come Zibo, di oltre 4 milioni e mezzo, con, a sua volta, parte della provincia dello Shandong (100 milioni di abitanti). Numeri che testimoniano le potenzialità di un accordo strategico, a partire dal turismo per arrivare al commercio».
Da qui i contatti che continuano incessanti. «A noi interessa entrare in quel mercato in enorme espansione per i prodotti riconosciuti e protetti. I cinesi spiega Ascione sono grandissimi produttori dal punto di vista quantitativo: una sola delle aziende che ho visitato produce cento volte quello che noi produciamo tutti insieme in un anno. Questo è, però, il rapporto dimensionale non certo qualitativo, perciò ci sono margini ampi di azione e non rischi per noi. Il loro target, infatti, fa riferimento ad un mercato medio basso, il nostro a uno altissimo: operiamo, insomma, in segmenti troppo diversi per entrare in competizione. Peraltro aggiunge Ascione sotto l'ombrello del made in Italy potremmo inserire il nostro marchio e arrivare, con la nostra qualità e le nostre competenze, agli utilizzatori finali (tappezzieri arredatori). Quello cinese è un mercato incredibile: se si incrocia anche una piccola parte della domanda locale di alto livello, già si sono ottenuti risultati enormi. Perciò non si può abbandonare l'idea della collaborazione, anche se dobbiamo lavorarci ancora molto e con molta attenzione». Insomma, la cultura come apripista per tutto ciò che è «eccellenza casertana» dalle sete leuciane, appunto, al vino, ai formaggi, alle bellezze storico artistiche della Reggia e dell'Acquedotto carolino, per attrarre un potenziale turistico con cifre da capogiro.
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Il Mattino