Da un lato la ragioneria, dall’altro il liceo. Nel mezzo tre aule contese, attualmente laboratori in uso all’istituto tecnico. che la Provincia vuole destinare allo...
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Qualcosa di incivile deve comunque essere successo, a giudicare dalla reazione della Provincia che si è affrettata a convocare, per oggi alle 15, le responsabili delle due scuole. Ma andiamo alla mattinata di ieri e al racconto che dei fatti rendono alcuni degli studenti del Galilei. «Eravamo in aula poco prima della ricreazione quando abbiamo sentito delle urla e almeno due forti botti». Parlano di bombe carta i ragazzi del Galilei, smentiscono invece gli studenti del De Franchis. Il Mattino è entrato però in possesso di una foto in cui è chiaro che qualche petardo è stato esploso, vista la colonna di fumo che si leva dal gruppo riunito nel cortile di confine tra le due scuole. E poi, e anche di questo ci sono prove, nella giornata di domenica via Whatsapp è circolato un audio dal contenuto perlomeno imbarazzante, se non inquietante, in cui si invitano «quelli del liceo» a «non presentarsi a scuola» che «lunedì la fanno saltare in aria». Un avvertimento, dunque, ovviamente da prendere con le dovute misure vista l’età dei contendenti coinvolti. Ieri la scuola non è saltata in aria, per fortuna, ma è saltato il coperchio di una pentola a pressione in carica da mesi in una sorta di guerra fredda tra presidi, con la Provincia a fare da arbitro.
A far «scoppiare» il caso ci hanno pensato i ragazzi, esasperando i toni com’è tipico della loro età. La protesta di ieri ha spinto il presidente della Provincia a convocare i dirigenti scolastici per la giornata di oggi. «È un fatto gravissimo, i ragazzi sono stati strumentalizzati», ha detto Giorgio Magliocca che, a settembre, aveva chiesto alla Ragioneria di smantellare tre laboratori per far spazio a tre classi del liceo. Indicazione rimasta lettera morta e, pochi giorni fa, il Galilei è tornato alla carica. E gli studenti del De Franchis hanno cercato di risolvere la cosa a modo loro.
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Il Mattino