Il ritorno in classe è stato un po’ forzato. Ma l’abbraccio dei suoi alunni, l’affetto dimostrato hanno eliminato (in parte) gli ostacoli del rientro in...
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E Rosario? «Dopo che avrà terminato il suo percorso mi auguro che riprenda la sua vita in mano e voli in alto». Rosario le ha scritto una lettera? «Sì, alla quale ancora non ho risposto. Lo farò ma è una questione privata, preferiscono non parlarne».
È ancora provata. Dovrebbe essere un giorno diverso per lei, con l’onorificenza ricevuta. Lo è. Ma fino ad un certo punto. «Vede - spiega - il ruolo del docente deve essere rivalutato. Non è solo una questione di risorse, di stipendi ma di rispetto. L’educatore è sempre stato considerato importante, con il tempo questa visione è andata scemando, è indispensabile ridare autorevolezza, non parlo di autorità, al corpo docente. Quella stima necessaria per tornare ad essere un punto di riferimento».
Di quel giorno preferisce non parlare. Cosa c’è da dire. I fatti si conoscono - spiega. E la preside Maria Giuseppa Sgambato rivela un particolare. «Non si pensi che il ragazzo sia figlio di una famiglia disagiata e in difficoltà economiche, appena una settimana prima era stato in settimana bianca».
Eppure c’è stato un cortocircuito nel cervello di Rosario che l’ha spinto all’aggressione. Gli episodi di violenza a scuola negli ultimi mesi si sono moltiplicati. Alunni che picchiano i prof. Genitori che mandano ko un docente per un richiamo o per un brutto voto. Una escalation preoccupante. «Parlare di violenza e del perchè avvengano questi episodi - dice Di Blasio - è complesso. La società è cambiata, sono mutate le aspettative e noi dovremmo essere preparati». In che modo? «Sono dell’avviso che alla base di una educazione ci debba essere la famiglia che negli ultimi tempi è assente, troppo assente. Non voglio entrare nelle motivazioni ma i docenti non possono sostituirsi alla famiglia, solo una azione sinergica può aiutare i ragazzi nel loro percorso di crescita». «Il nostro ruolo - insiste - deve essere rivalutato. In una parte del mondo l’unica figura che non si inchina di fronte all’imperatore è l’educatore, perchè si ritiene che senza educatori non ci sarebbero imperatori. Ecco non si deve arrivare a tanto, ma l’autorevolezza del nostro ruolo va riconosciuta».
La prof continuerà a insegnare, la scuola - spiega - è l motore della nostra civiltà. Parole pronunciate al Miur durante la cerimonia di consegna dell’onorificenza. Il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ha ribadito la gravità dell’episodio. «Noi come scuola abbiamo il dovere di educare al rispetto e alla non violenza, per questo è necessario rilanciare la funzione di autorevolezza della scuola - ha spiegato - ma bisogna anche che le famiglie si assumano le proprie responsabilità. Un genitore che per primo non riconosce l’autorevolezza dei docenti è un pessimo genitore. Quel che è più grave è che stanno emergendo episodi di genitori, quindi di soggetti adulti, che aggrediscono gli insegnanti, per questo la prima cosa è rimettere al centro del dibattito pubblico del Paese la funzione scolastica e del docente. Gli insegnanti non devono essere lasciati soli».
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Il Mattino