Che la Reggia di Caserta non sia una fortezza è chiaro ormai da tempo. Entrare e uscire dal sito Unesco è un gioco da ragazzi. Di notte, di giorno, non cambia...
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Un bel bottino. Nessuna denuncia, però, ma una segnalazione alla Reggia con in oggetto la seguente dicitura: «Inconveniente zona sottotetto di Palazzo Reale». E giù a raccontare che «venerdì 25 gennaio manca la corrente al quarto piano delle sale studio dell'ex zona Vanvitelli», che in un primo momento «non si riusciva a comprendere la natura del guasto». Che, sempre senza chiamare le forze dell'ordine, «lunedì 28 gennaio» si scopriva che «i tre cavi erano stati tranciati di netto e portati via dal sottotetto di Palazzo Reale», zona ceduta alla direzione della Reggia dopo l'applicazione del piano Soragni. La misteriosa, ma non troppo, scomparsa dei cavi resta un fatto «inter nos» fino a pochi giorni fa. Quando la nota che ripercorre il misfatto viene acquisita dai carabinieri. Come accaduto in passato, alla Reggia hanno pensato che non fosse necessario denunciare quanto accaduto alle forze dell'ordine. Che, comunque, come detto, del fattaccio hanno saputo, hanno preso visione del carteggio e ora indagano, come da prassi.
Non è la prima volta che ciò che succede alla Reggia cerca di rimanere nella Reggia. Anche dopo il clamoroso crollo del 10 dicembre 2017, quando venne giù l'architrave di una finestra dalla sala delle dame, peraltro a pochi passi da una custode e da una visitatrice, nessuno dalla Reggia pensò si chiedere l'intervento delle forze dell'ordine. La Procura seppe dalla stampa quanto accaduto, ordinò il sopralluogo dei vigili del fuoco e, quando i caschi rossi arrivarono, gli intonaci erano già stati rimossi. I pm sequestrano la sala del crollo e altre cinque stanze degli appartamenti. Niente di nuovo sotto il sole del sito borbonico, dunque, neanche le intrusioni. Non è necessario tornare troppo indietro nel tempo per elencare almeno due scorribande di ladri. Il 18 agosto del 2016, mentre erano in corso i lavori di restauro della magnifica facciata, qualcuno entrò a Palazzo e si portò via seimila euro dalla buvette e due biciclette. Ladri d'arte, invece, quelli che, nella notte tra il 9 e il 10 giugno scorso, depredarono addirittura una scultura di Boltanski, sistemata nella mostra Terrae Motus, portandosene via un pezzo, raffigurante un ex voto.
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Il Mattino