Luigi Izzo ucciso a Castel Volturno per un paio di occhiali rotti: aveva fatto da paciere in una rissa

Il barbiere ammazzato con sei coltellate alla schiena davanti alla moglie Federica e alla suocera

Luigi Izzo, il barbiere ucciso a Castel Volturno
È stato ucciso per un paio di occhiali rotti. Luigi Izzo, 38 anni e padre di tre figli, è stato ammazzato con sei coltellate alla schiena davanti al cancello di casa...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

È stato ucciso per un paio di occhiali rotti. Luigi Izzo, 38 anni e padre di tre figli, è stato ammazzato con sei coltellate alla schiena davanti al cancello di casa sua, sotto gli occhi della giovane moglie Federica e della suocera. Quando Federica è arrivata accanto a lui per soccorrerlo, ha fatto in tempo a guardarla negli occhi per poi morire dissanguato. La Procura ha già fermato i responsabili: Alessandro e Roberto Moniello, 52 e 29 anni, padre e figlio residenti nei pressi di Baia Verde, località di Castel Volturno. Un delitto assurdo, dettato da una rabbia ingiustificata. I contorni dell’assassinio del rione Scatozza di Castel Volturno sono tutti «congelati» e portati al cospetto dei magistrati grazie ai racconti degli amici della vittima e alla confessione dell’omicida. Ieri mattina all’alba, prima che le ricostruzioni si sovrapponessero come onde, i carabinieri della stazione della città del mare avevano già individuato il colpevole, accusato di omicidio volontario. Il figlio deve rispondere del reato di concorso in omicidio con l’aggravante dei futili motivi. In caserma, durante la notte, la moglie della vittima ancora sporca di sangue, ha incrociato per poco lo sguardo dell’omicida, rivestito in una tuta nera, ripulito, che si era appena consegnato all’autorità giudiziaria.

Stando al racconto dei testimoni, alle due di notte Luigi era uscito di corsa dal suo appartamento di via Papa Roncalli per recarsi al Caffè 2.0 perché alcuni amici lo avevano avvisato di un fattaccio capitato al fratello Orlando, 34 anni e testa calda della famiglia. «Tuo fratello ha fatto a botte con Roberto», gli avrebbero detto. Arrivato sul posto, aveva trovato Roberto Moniello con un diavolo per capello: «Tuo fratello mi ha rotto gli occhiali da vista, guarda qui», aveva detto mostrando i resti del vetro. Da bravo fratello maggiore, Luigi aveva rassicurato Roberto: «Li ricompro e te li porto, nuovi, lo prometto. Ma adesso basta!». Subito dopo aveva accompagnato il fratello Orlando a casa dei genitori, qualcosa però non lo faceva stare tranquillo. Tornato nella sua abitazione con moglie e figli, era uscito una seconda volta, forse perché chiamato al telefono da Roberto, ancora arrabbiato. Quell’uscita dal cancello ha segnato la sua condanna a morte. Davanti gli è comparso il padre di Roberto, Alessandro, meccanico di professione, già noto alle forze dell'ordine: era appena sceso dalla Fiat Punto verde con in mano un coltello. La moglie di Luigi ha spiegato ai carabinieri di aver sentito il marito domandare: «Ma cosa volete da me?». Un minuto dopo, era a terra in una pozza di sangue. 

Luigi Izzo, barbiere del salone Hair Dream di Castel Volturno, è deceduto dissanguato. Stando alla ricostruzione dei carabinieri di Mondragone, ha tentato di fuggire, ma Alessandro Moniello lo ha rincorso pugnalandolo alle spalle, all'inguine e all'addome. Una coltellata ha raggiunto il cuore. Il sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Annalisa Imparato, ha disposto il fermo per il meccanico che adesso si trova rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere con il figlio Roberto. La famiglia di Luigi, però, è intenzionata a far luce sulla vicenda. «Chiederemo giustizia», fa sapere il legale Ferdinando Letizia. Luigi, ieri, doveva ultimare il trasloco nella nuova casa che aveva comprato dopo tanti sacrifici e lavoro. Era la villa dei suoi sogni, di tutta la famiglia. 

Una cosa è certa: Castel Volturno non può restare abbandonata. «È una città lasciata allo sbando», dice ora il sindaco della città, Luigi Petrella (FdI). «Alcune zone di Ischitella sono ormai delle piazze di spaccio, il centro città è in mano a piccoli criminali, cani sciolti senza paure. La scorsa settimana ho chiesto aiuto in prefettura a Caserta e in questura perché i cittadini sono esausti, si arriverà al punto in cui bisognerà chiudersi in casa e non uscire più la sera». Al netto delle forze dell’ordine, la città castellana ha sei vigili urbani all’attivo, «spalmati» su due turni, significa che ci sono solo tre agenti della polizia municipale per ogni turno. L’omicidio di Luigi è anche il frutto di controlli mancati da parte delle forze dell’ordine. 

«Solo indignazione e sgomento si può provare di fronte all’ennesimo atto di violenza accaduto a Castelvolturno». Commenta così il deputato Marco Cerreto di Fratelli d’Italia, dopo aver appreso la notizia dell’omicidio a Castelvolturno. «Senza entrare in polemica con chi non ha fatto cosa - continua - del resto la miopia politica e l’inerzia è purtroppo evidente, mi adopererò unitamente ai deputati casertani nei confronti del Viminale e del Ministero della Difesa, affinché vengano immediatamente prese azioni tali da riportare sicurezza in quel territorio e che i cittadini non si sentano». Ora, la salma di Luigi è sequestrata per eseguire l’esame esterno. La moglie della vittima chiede che si giunga presto a un processo, senza lungaggini. 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino