Macerie e incuria, l'ospedale Moscati nel degrado

Macerie e incuria, l'ospedale Moscati nel degrado
Per arrivare al parcheggio dell'ospedale Moscati bisogna attraversare una strada costellata di rifiuti e sacchi di spazzatura che nessuno, da mesi, da anni, rimuove. Il Comune...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per arrivare al parcheggio dell'ospedale Moscati bisogna attraversare una strada costellata di rifiuti e sacchi di spazzatura che nessuno, da mesi, da anni, rimuove. Il Comune fa spallucce. L'ospedale lo segue. E, intanto, la strada resta sporca. Fosse solo questo il disagio, ci sarebbe da ben sperare dopo aver attraversato il cancello. Ma lo scenario che si presenta agli occhi degli utenti dell'ospedale Moscati di Aversa è sconcertante.

 
L'ex pronto soccorso è ridotto a un cumulo di macerie, mentre il nuovo sembra essere pulito e sicuro. Solo apparenza. Perché il tanto sponsorizzato drappello di polizia - voluto dal consigliere regionale Stefano Graziano (Pd) - è chiuso a chiave. Da ormai sette mesi. «Da quando uno dei due agenti è andato in pensione, questa porta è rimasta serrata», fanno sapere gli operatori. E così, c'è solo una guardia giurata privata a occuparsi della sicurezza al triage di trincea. «Ormai la crisi di questo ospedale è come un cancro, non si riesce a sradicare», tuona la segreteria Fials di Caserta. «È un discorso lungo - continua Giuseppe Nacchia del sindacato - al vertice di questo ospedale qualcosa non funziona, questo è certo. E non è possibile continuare in questo stato. C'è, ad esempio, un pronto soccorso radiologico, ma non si sa se sia regolare oppure no». Per non parlare della carenza di medici. A marzo andranno via quattro camici bianchi dal Pronto soccorso perché vincitori di concorso in alte zone della Campania. «Da qui vanno via perché non si può lavorare in questo stato», sussurrano gli infermieri dei reparti. Già, i reparti.


Pochissimi i posti letto. Chi entra al pronto soccorso non sa come né quando ne uscirà, perché i letti nelle corsie non sono sufficienti all'utenza. Questo stato di cose non tocca la professionalità dei dipendenti, ma mette a dura prova la dignità di un posto di lavoro che dovrebbe essere garantita e, soprattutto, i pazienti. È una sorta di limbo e potrebbe capitare al malato anche di restare per tre giorni di seguito «piazzato» in una stanza. Inoltre, sempre all'interno dei vari reparti, è possibile vedere barelle arrugginite parcheggiate nei corridoi, pronte per essere smaltite. Ma, anche qui, non si sa dove, nè quando. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino