Maddaloni, esplode la fogna: campi e strade sommersi di liquami

Maddaloni, esplode la fogna: campi e strade sommersi di liquami
Una fogna che crea più danni di un fiume in piena. Ieri, mattina 80 centimetri di acque nere hanno sommerso l'ex-provinciale Nola-Caserta, i campi coltivati, i vani...

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Una fogna che crea più danni di un fiume in piena. Ieri, mattina 80 centimetri di acque nere hanno sommerso l'ex-provinciale Nola-Caserta, i campi coltivati, i vani terranei, difesi anche con sacchetti di sabbia. Il primo vero temporale ha innescato un botto fragoroso con la distruzione in serie di tutti i tombini.

Per effetto della violenza delle acque, non ha retto il manto stradale, smantellato e distrutto in più punti. In contemporanea, la cascata di putride acque nere, sparata in aria dall'ex collettore Casmez sottodimensionato, ha creato uno zampillo alto oltre un metro e mezzo colmando di liquami e melma l'area verde circostante il civico 281.

 

Ma la vera emergenza, di un domenica mattina difficile, è stato il tanfo nauseabondo rilasciato dallo scarico in massa di acque nere e fecali. In pochi minuti, tutte le acque nere provenienti da Arpaia, Santa Maria a Vico, Arienzo, Airola, Cervino e San Felice a Cancello, si sono riversate ex provinciale Nola-Caserta. Più di mezzo metro di liquame fetido si è riversato su oltre 15 ettari di terreno, un intero quartiere periferico e, in maniera diffusa, lungo la vasta campagna (tra Maddaloni e Acerra). Coperte le coltivazioni ma salvati dall'invasione i piani terra di abitazioni private. Coinvolte oltre 500 persone e un centinaio di aziende agricole. «È un serio problema di Protezione civile dice Giuseppe Riccio delle Uic agricoltura- che non fa più notizia. È inutile ripetere le solite frasi sullo smarrimento o la rabbia. In pochi minuti, siamo stati catapultati in uno scenario di guerra: tombini sparati in aria, manto stradale divelto in più punti, fratturato e ampiamente dissestato. Nei prossimi giorni, saremo costretti ad attraversare un mare di putrida melma lasciata dal ritiro delle acque». Il riferimento è alla contaminazione dei campi coltivati. «Ci si abitua a tutto incalza Fabrizio Crisci, presidente del comitato civico Abc anche a convivere con gli scarichi fognari. Ma non riusciamo a rassegnaci all'indifferenza istituzionale verso i disagi patiti e i danni subiti». 

Tra l'altro, via Cancello è da percorrere anche con le auto. Oltre alla rassegnazione comincia a crescere la reazione di chi pretende risarcimenti: la Regione è stata condannata a pagare «oltre 125 mila euro in favore di privati» i cui terreni sono stati devastati dalle ondate di piena del collettore ex Casmez. 

«È l'unica strada - ammette il sindaco Andrea De Filippo - che si può percorrere: dopo il riconoscimento delle omissioni regionali confidiamo nel pronunciamento del Tar. L'indennizzo che chiediamo è la cantierizzazione di opere di adeguamento dell'ex Casmez per 12 milioni di euro che la Regione ha congelato».
 

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Il Mattino