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Una nuova sfida per lo scalo merci ferroviario Maddaloni-Marcianise: potenziato e ampliato il servizio di logistica multimodale per il trasporto sostenibile di rifiuti, materie prime e prodotti industriali. La piattaforma casertana è sempre il crocevia delle “spedizioni transfrontaliere terrestri” dei rifiuti: si struttura il trasporto a bordo dei treni, dopo il raddoppio delle movimentazioni (estese alle ecoballe residue e ai rifiuti trattati provenienti dagli Stir di Giugliano e Tufino), grazie ai nuovi arrivi di operatori internazionali.
La società austriaca Öbb Rail Cargo Group (Rcg), in collaborazione con l’azienda di smaltimento rifiuti Wastelog Environmental Logistics GmbH, ha inaugurato e implementato i collegamenti tra Italia e Austria. I treni con la livrea rossa garantiranno i trasferimenti con Villach e il Combi Cargo Terminal St. Michael (Cct) in Stiria. Il “modello della logistica sostenibile”, secondo standard europei, basata sulla combinazione di ferrovia e strada, punta a ridurre ancora le emissioni di Co2. Questo è il futuro di un servizio che, in principio, era nato solo per dare una risposta all’emergenza dei rifiuti solidi urbani. Invece, ora, è diventato un sistema multimodale per trasferire in sicurezza materie prime e lavorazioni industriali. Nel frattempo, non si è mai fermato il trasporto dei “rifiuti non pericolosi, trattati meccanicamente, (codice Cer 191212), lavorati e contenenti porzioni pericolose in percentuali inferiori al limite massimo consentito”.
La soluzione multimodale, che piace all’Europa, non convince fino in fondo. «Sarà anche una combinazione ottimale e all’avanguardia - commenta Fabrizio Crisci, presidente del Comitato Abc - ma così di fatto diventa permanente il trasporto dei rifiuti concepito per essere temporaneo.
Sul trasporto dei rifiuti il Comune invece ha un approccio decisamente pragmatico. Mentre continua il braccio di ferro con la Regione sui rifiuti interrati nella discarica incontrollata dell’ex cava Monti. Dopo proteste e solleciti (passati anche attraverso la Procura) ha strappato la «conferenza dei servizi finale sul progetto di messa in sicurezza permanente» del sito che ha inghiottito 300mila tonnellate di rifiuti speciali. Quest’ultimo, diventerà per davvero un «cimitero dei veleni»: nel senso che i materiali non saranno più rimossi. Ma sarà costruito un sarcofago di protezione. «Il fatto veramente nuovo - annuncia Claudio Marone, assessore all’Ambiente - è che si è approdati alla progettazione integrata». Insomma, si passa all’intervento esecutivo. Conclude Marone: «C’è un punto non negoziabile: gli impianti di captazione dei fluidi residui, liberati da reazioni chimiche sotterranee, debbono essere realizzati e gestiti esclusivamente dalla Regione con personale qualificato».
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