Il ritorno della malaria: sei casi in un mese a Castel Volturno

Malaria, il contagio a Castel Volturno
Malaria, due gravi casi registrati a Castelvolturno e ora curati all'ospedale Cotugno negli ultimi quindici giorni. In totale salgono a sei (tre adulti e tre bambini) se si...

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Malaria, due gravi casi registrati a Castelvolturno e ora curati all'ospedale Cotugno negli ultimi quindici giorni. In totale salgono a sei (tre adulti e tre bambini) se si considera anche agosto. Nell’ultimo mese in particolare, sono stati ricoverati 4 pazienti di cui tre bambini. Due di essi, con una presenza del parassita nel sangue molto alta. Si tratta di un bambino di nove anni e di una piccola di venti mesi entrambi residenti a Castelvolturno. La più piccola è stata ricoverata prima al Santobono e poi al Policlinico Federico II e quindi trasferita al polo infettivologico napoletano per la comparsa dei tipici sintomi della più grave forma cerebrale (come quella costata la vita due settimane orsono alla bambina ricoverata a Trento che però aveva la salute già gravemente compromessa).


«Per fortuna dopo un trattamento rianimativo durato due giorni – avverte Fiorentino Fragranza, responsabile della unità intensiva del Cotugno – la piccola paziente, che ha risposto benissimo ai protocolli farmacologici, è fuori pericolo di vita ed è stata ora trasferita in reparto per continuare la degenza e le cure».

Più lieve la forma di malaria che ha colpito un’altra ragazza di 12 anni curata solo con la terapia orale e che è già stata dimessa. «Ormai la nostra è una società multietnica – aggiunge Fragranza – i casi di malaria, come di altre malattie infettive non comuni alle nostre latitudini, sono in aumento in tutta Europa. Ma sono patologie contratte quasi sempre in viaggi nelle zone endemiche, dell’Africa e dell’Asia. L’attenzione è massima, sia degli organi regionali sia del direttore generale Giuseppe Longo».


I casi di malaria registrati al Cotugno sono tutti non autoctoni, ossia contratti da soggetti immigrati che si ammalano nel corso di soggiorni, soprattutto d’estate, nelle loro zone di origine. Solo in quelle aree, oltre al micidiale microbo (Plasmodio) è presente anche la zanzara Anopheles, l’unica capace di far replicare e maturare il germe nel proprio organismo contagiando anche altre persone con la puntura.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino