La preparazione inizia dal parrucchiere, un paio di giorni prima dell'imbarco per la Bosnia. Mesches e messa in piega, manicure. Bisogna essere al massimo della forma,...
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Sarà un caso, ma nelle parrocchie di Napoli Est e nell'area vesuviana gli unici pellegrinaggi «sponsorizzati» sono quelli a Medjugorie. Nonostante lo scetticismo del Vaticano rispetto al fenomeno delle veggenti, da almeno venti anni sacerdoti e suore si fanno promotori di viaggi in Bosnia. In media i napoletani che si recano a Medjugorje sono il doppio rispetto ai fedeli che vanno a Lourdes. Un trend in costante crescita, aiutato dalla pubblicità a mezzo volantino nelle parrocchie - «Alloggio nell'albergo della veggente Mjriana» - ma anche dalla testimonianza di qualche ex camorrista. Una storia interessante viene da uno dei gruppi napoletani di Rinnovamento dello Spirito Santo, comunità itineranti che sembrano funzionare come «reclutatori» di pellegrini da indirizzare a Medjugorje, soprattutto persone con mali incurabili o convinte di essere indemoniate. Tra loro un ex affiliato al clan dei tatuati, i cosiddetti «barbudos», che si è ammalato gravemente e sostiene di essersi salvato grazie alla Vergine della Pace. Per ringraziare la Madonna l'ex camorrista si è riconvertito alla fede cattolica dopo essere stato per anni un testimone di Geova e ha anche fatto impartire battesimo e cresima ai.
«Nei due giorni trascorsi a Medjugorje dopo la scomparsa di mio zio abbiamo avuto la percezione che qualcuno, dall'Italia, stesse muovendo fili invisibili. Leggere delle minacce a imprenditori per questioni relative ai suoli di Medjugorje ha confermato i nostri sospetti». Parla il nipote di padre Luciano Ciciarelli, il missionario scomparso il 2 agosto del 2015 sul Podbrdo. «Andammo via in fretta dalla Bosnia, i nostri contatti ci dissero che stava diventando pericoloso e che la malavita locale non era il solo rischio. Ci fecero capire di stare attenti anche ai nostri connazionali». Ora i familiari del sacerdote intendono raccontare tutta la vicenda ai pm. La storia del sacerdote è tornata d'interesse perché alcuni imprenditori napoletani hanno riferito di essere stati minacciati da persone vicine ai clan quando hanno cercato di investire a Medjugorie. Padre Ciciarelli era andato in Bosnia per un suolo che si trova in una posizione molto privilegiata: alla fine del viale di negozi che viene attraversato dai pellegrini, è l'ultimo terreno edificabile ai piedi della collina delle apparizioni. Il suolo era appartenuto a un suo confratello, Luca Cirimotic, deceduto anni prima, e nelle intenzioni del defunto religioso doveva sorgervi un ospizio. Padre Ciciarelli si recò in Bosnia per dar seguito al testamento e doveva incontrare un avvocato il pomeriggio del giorno in cui sparì. Qualcuno, forse, aveva progetti diversi per quel terreno. E i piani del missionario costituivano una minaccia. Qualcuno che, ragionando per analogia, potrebbe essere collegato alla malavita italiana. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino