Mondragone, rubano rame per 100mila euro alla centrale idrovora

Mondragone, rubano rame per 100mila euro alla centrale idrovora
Un furto di cavi di rame dal valore di 100mila euro quello avvenuto a Mondragone, in provincia di Caserta, alla centrale del consorzio di bonifica del bacino inferiore del...

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Un furto di cavi di rame dal valore di 100mila euro quello avvenuto a Mondragone, in provincia di Caserta, alla centrale del consorzio di bonifica del bacino inferiore del Volturno situata nella località di Mazzasette, dove ora si lavora febbrilmente per rimettere in funzione l'impianto idrovoro.

«L'effrazione ha causato ingenti danni all'impianto per il furto di quasi tutte le barre in rame presenti nei quadri elettrici, rendendoli completamente inservibili. Per questo abbiamo immediatamente attivato tutto ciò che è necessario per rimettere in funzione l'impianto idrovoro sin dalle prossime ore, visto che il buon funzionamento della centrale è necessario per la salvaguardia idrogeologica del vasto territorio che beneficia dell'opera di prosciugamento meccanico» afferma  il commissario dell'ente Francesco Todisco.

A complicare la già estrema situazione, sono le preannunciate piogge di questo fine settimana. I lavori si velocizzano, dunque, per evitare ulteriori danni e allagamenti. I ladri hanno inoltre distrutto il sistema di videosorveglianza della struttura, tanto che Tudisco spiega di aver «disposto il piantonamento dell'area».

Non è la prima volta che le centrali idrovore del consorzio sono bersaglio di furti, ed è attualmente in fase di completamento la sostituzione delle barre di rame con altro metallo conduttore meno nobile e non ricercato da parte dei ladri.

Tutte le centrali del consorzio hanno già ultimato quest'operazione, tranne quella di Mazzasette. Questo fa pensare che i ladri avessero informazioni di primo piano sulla attività interna del Consorzio.

«Il personale del Consorzio è impegnato a dare supporto alle attività di polizia giudiziaria volte ad individuare i responsabili dei furti ed a prevenirli per il futuro, poiché tali atti pongono periodicamente in pericolo la popolazione residente nell'area».

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Il Mattino