Mozzarella di bufala campana dop, Di Stefano in visita al Consorzio

Mozzarella di bufala campana dop, Di Stefano in visita al Consorzio
Il sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, oggi pomeriggio ha fatto visita al Consorzio di tutela mozzarella di bufala campana Dop, accolto dal presidente...

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Il sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, oggi pomeriggio ha fatto visita al Consorzio di tutela mozzarella di bufala campana Dop, accolto dal presidente Domenico Raimondo e dai membri del Consiglio di amministrazione. Nella sede delle cavallerizze, all’interno della Reggia di Caserta, l’esponente del Governo Draghi si è confrontato con i vertici dell’organismo di tutela sulle strategie da mettere in campo per la valorizzazione e anche per la difesa all’estero delle eccellenze del made in Italy agroalimentare, come la bufala campana.

«In un momento di difficile congiuntura internazionale, l’export delle eccellenze del made in Italy ha un ruolo sempre più strategico», sottolinea il sottosegretario Di Stefano e aggiunge: «La mia visita al Consorzio di tutela ha l’obiettivo di sostenere le produzioni di qualità, di ascoltare e raccogliere suggerimenti su come favorire la presenza sui mercati stranieri. Il sistema dei prodotti Dop e Igp è un motore straordinario per il Paese e insieme con i Consorzi, come quello della bufala campana Dop, dobbiamo rafforzare la sinergia per competere con gli strumenti giusti a livello internazionale».

«Oltre una mozzarella Dop su tre finisce sui mercati esteri e avvertiamo la necessità di fare sistema sul fronte della promozione – commenta il presidente Raimondo – Inoltre va intensificata sempre più l’attività di vigilanza e tutela da imitazioni e falsi per contrastare il fenomeno dell’italian sounding. Ringraziamo l’onorevole Di Stefano per l’attenzione mostrata e per l’impegno istituzionale soprattutto in questa fase storica. Innovazione, sostenibilità, promozione sono i pilastri su cui puntare per vincere la sfida della qualità, l’unica su cui noi possiamo competere nel mondo globale», conclude Raimondo. 

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Il Mattino