Napoli Nord, carichi record le udienze dei nuovi processi fissate a dicembre del 2026

Oltre 24mila procedimenti penali pendenti a fine 2022

Napoli Nord, carichi record le udienze dei nuovi processi fissate a dicembre del 2026
Conclusa l'udienza preliminare, al gup del tribunale di Napoli Nord non resta che fissare la data d'inizio del dibattimento tra più di tre anni: se ne...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Conclusa l'udienza preliminare, al gup del tribunale di Napoli Nord non resta che fissare la data d'inizio del dibattimento tra più di tre anni: se ne riparlerà, in quasi tutti i casi, a dicembre 2026. Questo lo stato della giustizia penale nel quinto tribunale d'Italia, sede storica ad Aversa nell'edificio aragonese che fino al 2013 ha ospitato la scuola nazionale della polizia penitenziaria. Dati alla mano, i procedimenti penali pendenti a dicembre 2022 sono poco più di 24mila e qualcuno ha persino azzardato una previsione matematica dai contorni horror: con il trend attuale, per smaltire questo carico arretrato occorreranno 3500 anni.

Roba che neanche il processo di Kafka... Eppure i numeri sono tutti lì: con un bacino di utenza di un milione di abitanti (a cavallo tra le province di Napoli e Caserta) e con un tasso di incidenza criminale altissimo, nella giurisdizione di Napoli Nord (tribunale e procura) opera un magistrato ogni 11.500 abitanti contro il rapporto di uno/4000 abitanti per Napoli e una media di una toga ogni 6mila abitanti nel distretto di Corte di Appello.

«Da mesi segnaliamo questa situazione di assoluta insostenibilità che riusciamo a tamponare solo grazie alla disponibilità dei colleghi - ammette il presidente del tribunale Luigi Picardi - Mi creda: questa non è una rivendicazione corporativa ma riguarda le garanzie di offerta di un servizio al cittadino, che ha tutto il diritto di avere una giustizia rapida ed efficiente». Per anni gip a Napoli, poi in Corte di Appello, poi ancora a coordinare le sezioni penali di Santa Maria Capua Vetere e a Nola come presidente, Picardi tradisce amarezza dal tono della voce e sembra ritrovare l'accenno di un sorriso solo se gli ricordi la sua passione rovente per il Napoli, di cui è notoriamente fervente tifoso. Ma chi tifa per un processo giusto? E con le nuove norme introdotte dalla riforma Cartabia? «Stiamo cercando di assegnare delle priorità per temi - spiega Picardi - e di spingere ragionevolmente sull'udienza filtro prevista dal nuovo impianto normativo». Riforme a parte, resta l'incredibile condizione di sofferenza in un apparato dello Stato in cui qualche mese fa addirittura - ha raccontato Picardi - «una collega fu costretta a tenere udienza fino alla sera prima di partorire».



Ma il dramma è duplice. Napoli Nord non sconta soltanto carenze relative alle risorse umane e alla dotazione organica (non solo, evidentemente, magistrati ma anche personale amministrativo) ma appare deficitario anche sul piano strutturale: aule strette e poco funzionali, spazi angusti, difficoltà nell'archiviazione dei fascicoli. Insomma, un mix esplosivo che Picardi non esita a definire «l'errore genetico» alla base di mali e disfunzioni di un palazzo di giustizia concepito per decongestionare i volumi gravanti sul capoluogo partenopeo e finito a sua volta schiacciato dal peso di fascicoli, udienze dilazionate e processi lumaca. Certo, al «Castello aragonese» (imponente struttura quattrocentesca poi modificata in epoca borbonica) andrebbero aggiunte altre cinque aule d'udienza utilizzando un edificio attiguo al corpo centrale ma la Sovrintendenza ha bloccato tutto perché durante i lavori di adeguamento sono balzati fuori elementi antichi ritenuti interessanti sotto il profilo architettonico e dunque ora si è in attesa di trovare una soluzione tra le esigenze di salvaguardia di un patrimonio storico-artistico dal pedigree lungo e le necessità operative di una giustizia territoriale con il fiato corto. Quanto alle possibilità di espansione degli uffici giudiziari, non si è ancora perfezionato l'utilizzo di una palazzina, sempre ad Aversa, confiscata alla camorra e destinata dall'Agenzia nazionale a migliorare la dotazione edilizia di pertinenza del ministero di via Arenula. E così, mentre la burocrazia cammina a passo di tartaruga solo nell'ultima settimana nel territorio di pertinenza del tribunale di Napoli Nord - per citare i casi più eclatanti - sono state perpetrate undici rapine e un affiliato ai clan locali è stato arrestato per una tangente da 80mila euro su un appalto. Il processo? Quello può attendere.
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino