Nazisti della porta accanto: Terra di lavoro si scopre base del gruppo sovversivo

Nazisti della porta accanto: Terra di lavoro si scopre base del gruppo sovversivo
Era il 2019 quando nel cimitero di Santa Maria Capua Vetere, sulla tomba del «boia di Bolzano», Michael Seifert, venivano deposti dei fiori. Le atrocità...

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Era il 2019 quando nel cimitero di Santa Maria Capua Vetere, sulla tomba del «boia di Bolzano», Michael Seifert, venivano deposti dei fiori. Le atrocità commesse tra il 1944 e il 1945 nel campo di transito di Bolzano da Seifert risuonavano ancora nei ricordi degli associati dell'Anpi Alto Adige Südtirol. Il presidente dell'Anpi - appena appresa la notizia del ritrovamento dei fiori sulla tomba del nazista a Santa Maria - chiese lo spostamento delle spoglie dal cimitero. E fu così che la provincia di Caserta finì alla ribalta dei media nazionali.

Il casertano è puntellato di episodi simili: con la nascita dell'Ordine di Hagal a Capua e la «cellula» dei neonazisti proprio qui, nella Valle di Suessola, la tradizione è stata rispettata. Il leader del gruppo dell'Ordine di Hagal - finito nell'inchiesta di Napoli sul frange di neonazisti sul web - è Maurizio Ammendola, 42 anni e una lunga lista di precedenti penali. Dieci anni fa, venne fermato durante una lite a Crotone. Picchiò un cittadino polacco all'interno di un locale. Tre anni dopo, al termine del processo, viene condannato a due mesi di reclusione per il reato di lesioni. Passa ancora un po' di tempo e Maurizio Ammendola si trasferisce a Messina, in Sicilia. Viene sorpreso dai carabinieri a gettare rifiuti in strada.

Finisce di nuovo sotto processo, ma per reati di abbandono di rifiuti. Incassa la seconda condanna: due mesi di carcere pure qui. Fra il 2005 e il 2014, il futuro capo dell'ordine di Hagal - che su Youtube conta 59 iscritti - viene segnalato in Calabria e in Sicilia. Fra il materiale diffuso sul canale virtuale ci sono «Gli 88 precetti» che il manipolo di neonazisti sotto il suo presunto «comando» approva. E sono i dettami indicati da David Lane, condannato per crimini commessi alla pena di 190 anni di carcere. L'allarme negli inquirenti lo aveva destato proprio l'ordine di Hagal. Ma il dato che sorprende è che la «cellula» del cartello neonazista si trovi fra Maddaloni, San Felice a Cancello e San Nicola La Strada, dove una donna (legata probabilmente al gruppo) viene perquisita dalla Digos a casa della madre. Nell'inchiesta finisce pure V.S. di Capua.



Ma prima che la nascita dell'ordine di Hagal trovasse spazio nelle pagine di cronaca, il suo leader, Maurizio Ammendola, un anno fa, si fa conoscere anche in Campania dalla polizia, in piena pandemia da Covid-19. È il sei dicembre del 2020 e Ammendola da Maddaloni parte per Pozzuoli. Ma la sfortuna è dietro l'angolo. Viene fermato e segnalato per violazione delle norme per il contenimento del virus. Questo è il quadro che dipinge il curriculum di Maurizio Ammendola, considerato dalla magistratura e dalla Digos, ai vertici del gruppo sovversivo (con Michele Rinaldi) ritenuto impegnato - anche sul web - in campagne di apologia del fascismo, negazionismo della Shoah, incitazione all'odio razziale e dell'antisemitismo. È un gruppo di neonazisti. Rispettivamente di 40 e 46 anni, presidente e vice presidente di Hagal, Maurizio Ammendola e Michele Rinaldi, sono finiti nella rete degli investigatori. Fra le pieghe dell'inchiesta della procura di Napoli c'è anche un quarantenne di San Felice a Cancello, incensurato. Tutti, o quasi, sono della Valle di Suessola e dell'area fra Capua e San Nicola. Un record. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino