Operai travolti dal tir, è il giorno dell'addio

l'incidente di venerdì sulla Nola-Villa Literno
CASERTA - La morte di Antonio Di Maio e di Roberto Mottola, i due operai falciati da un tir sulla Nola-Villa Literno, ha scosso l’intera provincia. Ma è dalle...

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CASERTA - La morte di Antonio Di Maio e di Roberto Mottola, i due operai falciati da un tir sulla Nola-Villa Literno, ha scosso l’intera provincia. Ma è dalle parrocchie che si è levato l’urlo di indignazione più forte. I preti, cui le comunità, in questi casi, affidano il compito ingrato di lenire il dolere di mogli, madri e figli, all’invito alla preghiera hanno aggiunto moniti alla politica e alle istituzioni, esortando l’opinione pubblica a riflettere e ad agire. «Ribelliamoci», è stato l’imperativo lanciato da don Stefano Giaquinto, parroco della chiesa di San Michele Arcangelo di Casagiove. «Occorre – ha rincarato – combattere una rivoluzione civile, imbracciando le armi del Vangelo e della Costituzione. È inconcepibile che ancora si muoia per un tozzo di pane». «Bisogna avere rispetto per la vita, che vale più dello stipendio», gli ha fatto eco don Filippo Frattolillo della chiesa di Santa Maria della Pietà, a San Nicola La Strada. Ieri mattina, nella messa delle 11.30, don Filippo ha fatto osservare un minuto di silenzio per Antonio e Roberto. «Gli operai devono pretendere condizioni di lavoro più umane, per evitare – ha affermato – che queste tragedie si ripetano». «La domanda è sempre la stessa: perché, padre? La risposta è nel disegno di Dio, per quanto assurdo possa apparire.


Non è facile, però. Si è soprattutto uomini e nella nostra natura si insinua la rabbia», ha commentato don Giuseppe Di Bernardo della chiesa di Sant’Andrea Apostolo e dell’Immacolata di Capodrise. Capodrise è la città di Roberto (originario di Lusciano) e della moglie Filomena, madre di un bambino di appena 3 anni e mezzo e in attesa di una bimba, che nascerà a settembre, senza padre. Le famiglie Di Maio e Mottola stamattina celebreranno i funerali. Sia Antonio, 58 anni di Marcianise, che Roberto, di 36, erano dipendenti nella società «GranAppalti» di Caserta, che, per conto di Anas, stava pulendo le cunette della variante. Alle 8, i feretri, dalla sala mortuaria del I Policlinico di Napoli, saranno trasportati a Marcianise: quello di Roberto nella chiesa di San Michele Arcangelo, il duomo; quello di Antonio, nella chiesa di Nostra Signora di Fatima. Il rito di Mottola ci sarà alle 10.30; quello di Di Maio alle 12. Il commissario prefettizio, Antonio Reppucci, ha confermato la proclamazione del lutto cittadino.
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Il Mattino