Paglia, il militare ferito a Mogadiscio, riabbraccia la crocerossina che lo curò

Paglia, il militare ferito a Mogadiscio, riabbraccia la crocerossina che lo curò
Caserta - A Rivarolo è stato presentato il libro «Viaggio nella Somalia italiana». Ospite il Tenente colonnello Gianfranco Paglia che ha incontrato...

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Caserta - A Rivarolo è stato presentato il libro «Viaggio nella Somalia italiana». Ospite il Tenente colonnello Gianfranco Paglia che ha incontrato Vittoria Prono, la crocerossina che lo ha assistito in Somalia. A Mogadiscio l'ospedale per curare i disabili sarà intitolato proprio a Paglia. Il libro è una raccolta di immagini del viaggio di Umberto di Savoia in visita all' ex colonia raccolte ed organizzate dal giornalista e reporter , paracadutista Alberto Alpozzi. Con l’autore c’era il dottor Mohamud Yassin della Ong somala Iida, un'organizzazione che opera con tre sedi in Somalia (Mogadiscio, Merca, Duusamareeb nella regione del Galgaduud), in Kenya (Nairobi) e, dal dicembre 2007, in Italia (IIDA Italia Onlus, a Torino) e si occupa di emancipazione femminile.

 
La presentazione del libro è stata l'occasione per sancire due momenti dal forte impatto emotivo, il primo: Il dottor Yassin ha preannunciato l'intitolazione a Gianfranco Paglia dell'ospedale militare, controllato dal Ministero della Difesa somalo, di Mogadiscio per curare i disabili. Il secondo: dopo 23 anni dalla Battaglia del Checkpoint Pasta il Ten. Col. Gianfranco Paglia ha riabbracciato l'infermiera della Croce Rossa Italiana, Vittoria Prono, che lo curò al suo arrivo all”ospedale militare americano di Mogadiscio.

Un cumulo di ricordi e un aneddoto della crocerossina che ha rivelato come Paglia insistesse per avere un paio di stivaletti americani e solo pochi giorni dopo avrebbe conosciuto l’esito delle gravissime ferite riportate per coordinare la difesa dei suoi uomini sotto il fuoco nemico. «Ogni qualvolta sarò invitato - ha dichiarato Paglia - per ricordare e onorare il sacrificio dei nostri uomini, io sarò sempre presente, lo ritengo un dovere comune, una forma di rispetto, un atto di civiltà».
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Il Mattino