Palamaggiò guscio vuoto, razziati perfino i trofei

La razzie è cominciata dai fili elettrici e cavi di rame: non ce n'è rimasto nemmeno un centimetro

Il Palamaggiò abbandonato
Si scende dai tornanti della strada provinciale di Castel Morrone, il Palamaggiò lo si nota subito, macchia rettangolare di colore marrone nella Piana caiatina, il Volturno...

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Si scende dai tornanti della strada provinciale di Castel Morrone, il Palamaggiò lo si nota subito, macchia rettangolare di colore marrone nella Piana caiatina, il Volturno scorre a pochi metri dall'impianto sportivo che è uno scatolone vuoto con ancora una sua decorosa dignità esteriore, erbacce di contorno escluse. All'interno, uno sfacelo. Un missile di quelli che si sparano dove sappiamo, pur miracolando le pareti perimetrali e il tetto che sono indenni, non avrebbe potuto fare danni maggiori di quelli procurati da una banda di lanzichenecchi che in ripetute scorribande hanno svuotato il Palasport come un uovo, i sedili sono rimasti intorno al campo principale, ma percorso il sottopasso di collegamento con il campo degli allenamenti, spogliatoi e uffici e tutta l'area si presenta come toccata da un ciclone, tutto un disastro.



Si comincia dai fili elettrici e cavi di rame: non ce n'è rimasto nemmeno un centimetro, l'edificio è come se fosse stato svenato del suo sistema arterioso. Poi, sempre nel sottopasso, le vetrine a pezzi, coppe, trofei, targhe tutto sparito. E gratuito vandalismo che è una ferita segato alla base e scomparso il busto in bronzo raffigurante Giovanni Maggiò, cavaliere del lavoro, presidente dell'unica squadra di basket dell'Italia centromeridionale a fregiarsi dello scudetto tricolore, la statua bifronte fu realizzata dallo scultore Angelo Gennaro Sguro, dava il viatico augurale alla squadra quando scendeva in campo, riaccoglieva i giocatori dopo le partite, innumerevoli volte soddisfatti e festanti per i successi che andavano infilando.

Il sopralluogo prosegue al piano superiore del campo di allenamenti, gli uffici sono tutta una devastazione, scomparsi i trofei che non avevano trovato posto al piano di sotto, scomparse migliaia di fotografie, centinaia di videocassette delle partite giocate in vari campionati, quelle che gli allenatori e giocatori visionavano. Ovviamente spariti gli arredi, armadi e scrivanie, apparecchiature igieniche dai servizi. Riassumendo e ripetendo: un missile non avrebbe fatto di peggio. L'impresa è riuscita a una o più di una banda di ladri che nell'impianto sportivo hanno imperversato lungo 11 anni in cui è stato sottoposto a curatela giudiziaria, attività che ha riguardato soltanto le procedure delle 17 aste per la vendita del palasport ma non la sua effettiva custodia, la tutela dell'immobile, la salvaguardia dei beni che custodiva anche se di scarso valore materiale a fronte di quelli grandissimi dei ricordi, dei valori che hanno rappresentato per un città, per una provincia intera.

Un primo segnale di allarme qualche anno fa, un tentativo di incendio, danni circoscritti ma nessuno lo raccolse quel segnale. Il Palamaggiò continuava a restare incustodito, nessuna guardianìa, soltanto qualche lucchetto come risibile ostacolo anche per il più sprovveduto dei ladruncoli. Il «calvario» delle aste giudiziarie si è concluso nella scorsa estate, da qualche settimana l'impianto sportivo è dotato di custodia garantita da personale presente nelle 24 ore e disposta dalla società d'impresa che si è aggiudicata l'ultima asta, si chiamerà Mondo Camerette Arena, è il logo della società dei nuovi proprietari del Palamaggiò, il famoso palazzetto realizzato in 107 giorni per consentire alla Juvecaserta di disputare il campionato 1982-83 in una struttura adeguata alla Serie A-1. Quella che fu definita la «Reggia del basket» fu realizzata in tenimento del Comune di Castel Morrone, località della «Pezza delle noci».



Dopo la lunga stagione dei fasti sportivi sopravvenne quella altrettanto lunga del declino sia sportivo che societario. Undici anni e non furono mai concretizzati i ricorrenti proclami di impegno da parte di politici e amministratori locali per l'acquisizione dell'impianto sportivo dalla Regione Campania, dalla Provincia per poi affidarlo in gestione alla società sportiva di punta, la Juvecaserta del basket. Dopo l'acquisizione dai nuovi proprietari, il sindaco di Castel Morrone Cristoforo Villano, ha sottolineato che «il Palamaggiò è stato sempre associato a Caserta in quanto la squadra che vi ha giocato e vinto tante gare importanti per molti anni era la rappresentativa del capoluogo». Per dire che non toccava al Comune di Castel Morrone la tutela del palasport?
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Il Mattino