Caserta. Pentito accusa Cosentino: «Intervenne su prefettura per bloccare interdittiva Eco4»

Caserta. Pentito accusa Cosentino: «Intervenne su prefettura per bloccare interdittiva Eco4»
«Fu Nicola Cosentino nel 2004 a bloccare l'emissione dell'interdittiva antimafia da parte della Prefettura di Caserta diretta alla società Eco4 dei fratelli Orsi....

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«Fu Nicola Cosentino nel 2004 a bloccare l'emissione dell'interdittiva antimafia da parte della Prefettura di Caserta diretta alla società Eco4 dei fratelli Orsi. Ottenne il risultato grazie all'interessamento dell'allora vice-prefetto Paolino Maddaloni». Parole del collaboratore di giustizia Giuseppe Valente, pronunciate nel corso dell'udienza del processo all'ex sottosegretario Nicola Cosentino.




Rispondendo alle domande del pm della Dda di Napoli Alessandro Milita, Valente ha confermato che «Cosentino aveva grande influenza in Prefettura a Caserta» raccontando di quando «Sergio Orsi informò me e Cosentino, durante un incontro avuto all'uscita dell'autostrada nei pressi di Caserta Nord, del fatto che in prefettura era pronto un provvedimento Antimafia per l'Eco4. Era il 2004, e Sergio Orsi era già stato indagato dalla Dda. Cosentino telefonò subito in prefettura, parlando mi sembra con Paolino Maddaloni (ex commissario straordinario del comune di Caserta ed ex prefetto di Frosinone, ndr) cui disse di bloccare tutto in attesa di una sua visita successiva all'ufficio territoriale del Governo. So che poi si vide con Maddaloni, che poi è stato anche candidato come sindaco a Caserta, e l'interdittiva non fu più emessa».



Già nelle scorse udienze Valente aveva accusato Cosentino di essere intervenuto con la prefettura di Caserta per bloccare lo scioglimento per camorra del Comune di Mondragone. Valente parla poi del progetto del termovalorizzatore mai realizzato, per il quale furono individuati siti a Carinola e Cellole, voluto da Cosentino e dai fratelli Orsi. «Sergio Orsi aveva a disposizione parecchi fondi per realizzare il termovalorizzatore. Si trattava dei soldi che gli erano stati affidati da Mario Iovine (uno dei fondatori del clan dei Casalesi ucciso a Cascais in Portogallo nel 1991, ndr) e che lui teneva in Svizzera. Orsi mi diceva che aveva ospitato Iovine a casa sua durante la latitanza».
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Il Mattino